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Omicidio Cardito: il piccolo Giuseppe poteva salvarsi? Potrebbe essere morto dopo una lunga agonia

Le ultime notizie sull'omicidio di Cardito: il piccolo Giuseppe potrebbe esser morto dopo una lunga agonia?


Stanno cercando di capire cosa sia successo in quella casa di Cardito le forze dell’ordine. Stanno cercando di ascoltare il maggior numero di persone possibili. La notizia che trapela oggi era facilmente deducibile dalle parole dei tanti testimoni ( incluso il fratello di Tony che ha rilasciato una sua intervista a Pomeriggio 5). Si ipotizza che Giuseppe sia morto dopo una lunga e lenta agonia. Ci sarebbe un buco di due ore in questa vicenda. Il pestaggio che ha portato il piccolo alla morte, si sarebbe concluso intorno alle 13,30. Tony poi sarebbe uscito di casa per andare da sua madre. Ed effettivamente quando le forze dell’ordine arrivano nell’abitazione di Cardito intorno alle 15,30, Tony non c’è. Lì trovano il bambino senza vita sul divano e la sua sorellina in  condizioni gravi. Che cosa è successo dunque in quelle due ore? La mamma di Giuseppe e della bambina che versava in condizioni gravissime, dove si trovava? Perchè non ha chiamato prima i soccorsi lo avrebbe potuto fare? Ha assistito al pestaggio senza provare a salvare i suoi due bambini? Tante le domande che gli inquirenti stanno cercando di fare alla donna, che è sotto choc, ma anche alla bambina che dall’ospedale offre preziose informazioni. La piccola, stando a quelle che sono le indiscrezioni delle ultime ore, ai medici avrebbe anche chiesto: “Perchè lui ci picchiava sempre?” come se le botte in quella casa, fossero una abitudine. Del resto lo confermano anche gli insegnanti di Giuseppe che avevano fatto notare la cosa alla Preside. Il bambino era stato anche spostato di scuola dopo l’interessamento delle maestre. E lo confermano anche i genitori dei compagni di classe del piccolo che parlano di lividi, occhi neri e segni di violenza.

OMICIDIO CARDITO ULTIME NOTIZIE: IL PICCOLO GIUSEPPE MORTO DOPO UNA LENTA AGONIA?

La ricostruzione è lenta e complicata anche perchè gli orari non sono sempre gli stessi. Ovviamente le forze dell’ordine sono in possesso delle registrazioni delle chiamate e conoscono bene i movimenti dei protagonisti di questa storia, saranno loro a breve a fornire il quadro di questa vicenda. Nel frattempo i giornalisti de Il Mattino, raccogliendo i dati con le loro fonti,hanno ricostruito così la vicenda:

 alle 10 di domenica mattina Tony Sessoubti ha chiamato a casa della sorella e avrebbe parlato con la madre. Dato i litigi frequenti tra il 24enne e la compagna, la donna non si sarebbe allarmata eccessivamente e solo verso le 12.30 ha raggiunto l’abitazione dei due. E’ stato solo allora che soccorsi e polizia sono stati allertati.

E’ chiaro che se le cose fossero andate in questo modo, viene da pensare che il bambino poteva salvarsi se  solo qualcuno avesse chiamato prima i soccorsi. 

La piccola Noemi dall’ospedale racconta che la lite in casa era già iniziata sabato sera. Un vicino di Tony e della sua compagna, ai giornalisti ( e anche in trasmissioni televisive) ha raccontato che sabato ha visto il 24enne dare un calcio e uno strattone a Giuseppe in pubblico, per strada, davanti agli occhi di sua madre. 

Secondo quanto riferisce Il Corriere della sera, i bambini erano sereni prima che la mamma iniziasse la convivenza con Tony ( pare che siano andati a convivere a settembre). I piccoli avevano chiesto alla nonna di poter restare insieme  a lei. 



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