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A Mantova una donna uccide suo marito e poi tenta di togliersi la vita

Una donna ha ucciso suo marito: è successo a Mantova, poi ha tentato di togliersi la vita. Ecco le ultime notizie

E’ stata lei a chiamare le forze dell’ordine per raccontare quello che aveva fatto. Con la voce roca, tra le lacrime, la donna avrebbe confessato il suo gesto. “Ho ucciso mio marito” ha detto nella chiama alle forze dell’ordine Elena Scaini, di 53 anni. La donna, dopo aver ucciso Stefano Giaron, suo marito, si era nascosta in un B&B ( o un ostello secondo quanto si legge sulla gazzetta di Mantova) di Pavullo del Frignano. Da lì ha chiamato le forze dell’ordine raccontando quanto era successo. La donna aveva ingerito un cocktail di farmaci, probabilmente nel tentativo di togliersi la vita, ed è per questo che le i Carabinieri hanno dovuto sciogliere un altro dubbio: la confessione corrispondeva davvero a quello che lei aveva fatto?

Secondo quanto si legge sulla Gazzetta di Modena, la donna era seguita da più di un mese dal Cps (Centro psico sociale) di Mantova.

ULTIME NOTIZIE DA MANTOVA: IL RITROVAMENTO DEL CADAVERE DI STEFANO GIARON

I carabinieri, vigili del fuoco, polizia di stato, polizia locale e mezzi di soccorso del 118 si sono precipitati in via Mozart, a Mantova, quartiere Valletta Valsecchi, dove la donna abitava da qualche mese assieme al marito e alla suocera.

E lì hanno potuto constatare che quanto la donna raccontava corrispondeva al vero: suo marito, Stefano Giaron, 51 anni, operaio della cooperativa Hike, era a letto, sotto le coperte, trafitto al petto da più di una coltellata; la madre dell’uomo Lina Graziati, 79 anni, era invece ancora viva, ferita alle mani e al corpo e in uno stato di totale confusione mentale. La donna non si era capacitata di quanto accaduto, pensava di essere da sola in casa e invece suo figlio, era stato ucciso.

La donna è stata quindi arrestata nella notte poichè ritenuta responsabile dell’omicidio del coniuge convivente.  Nel corso della notte, dopo aver ricevuto le cure dei sanitari, è stata interrogata, alla presenza dell’avvocato, ribadendo e confessando il delitto. Il movente sarebbe riconducibile a disagio socio-familiare sommerso. Nei prossimi giorni verrà svolta l’autopsia per stabilire con maggiore precisione le cause della morte.

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