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Chi era Tiresia, indovino greco “incontrato” da Andrea Camilleri

Conversazioni su Tiresia è lo spettacolo scritto ed interpretato da Andrea Camilleri. Ecco chi era il mitico indovino greco incontrato dallo scrittore

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Chi era Tiresia, l’indovino greco “incontrato” da Andrea Camilleri? Questa sera andrà in onda su Rai1, alle ore 21.25, Conversazioni su Tiresia, lo spettacolo scritto ed interpretato da Andrea Camilleri. Si tratta di un racconto mitico che è stato ideato e narrato da Camilleri che racconta la storia di questo indovino cieco. Le sue vicende, nel corso dei secoli, finiscono con l’intrecciarsi con quelle dello scrittore. Ma cerchiamo di capire chi era Tiresia, l’indovino “incontrato” in questa narrazione da Andrea Camilleri, facendo luce sul suo personaggio.

CHI ERA L’INDOVINO GRECO NARRATO DA ANDREA CAMILLERI IN CONVERSAZIONI SU TIRESIA

Tiresia è il mitico indovino greco che ha generato grande curiosità in Camilleri. Si tratta di un indovino della mitologia greca, che era figlio di Evereo della stirpe degli Sparti, e della ninfa chiamata Cariclo. A sua volta Tiresia ebbe una figlia, anche lei indovina, chiamata Manto.

La caratteristica principale di questo personaggio è la sua cecità. Ma perché era diventato cieco? Esistono tre spiegazioni. La prima è che fu reso non vedente dagli dèi così da impedirgli di profetizzare argomenti segreti. Altra storia narra invece che Atena lo abbia reso cieco per punizione perché l’aveva vista fare il bagno nuda, dopodiché lo avrebbe reso indovino perché supplicato dalla madre di Tiresia.

Infine la terza tradizione racconta che l’indovino greco, passeggiando sul monte Cillene, ebbe un incontro con due serpenti che si accoppiavano uccidendo la femmina a causa di quella scena. Dunque per questo divenne una donna e visse così per sette anni godendo a pieno dell’essere donna. Dopodiché vide nuovamente due serpenti che si accoppiavano e stavolta decise di uccidere il maschio. Questo fece sì che tornasse ad essere un uomo. Un giorno Zeus ed Era stavano dibattendo su chi potesse provare più piacere in amore tra la donna e l’uomo. Il primo sosteneva che fosse la donna, mentre la seconda pensava che fosse l’uomo. Chiamarono quindi Tiresia per risolvere la controversia, il quale rispose che il piacere si compone di dieci parti. Mentre l’uomo ne prova una sola, la donna prova tutte le altre nove. E’ dunque la donna a provare più piacere in amore. La dea Era, non accettando che Tiresia avesse svelato questo segreto, lo rese cieco. Zeus, per ricompensarlo di quella punizione, lo fece diventare un indovino e gli diede la possibilità di vivere per sette generazioni.

Ci sono anche due storie diverse circa la sua morte. Nella prima si narra che Tiresia fuggì dalla città mentre era in corso l’attacco degli Epigoni contro Tebe. Decise di riposarsi presso la fonte Telfussa e bevve dell’acqua gelata che lo uccise. La seconda storia narra invece che Tiresia rimase a Tebe insieme a Manto, sua figlia. Qui venne catturato e mandato con la figlia a Delfi, dove sarebbero stati consacrati ad Apollo. L’indovino greco però morì nel corso del cammino per la fatica.

CONVERSAZIONI SU TIRESIA, L’INCONTRO DI ANDREA CAMILLERI CON L’INDOVINO GRECO

Questo mitico indovino cieco che è una costante in tutta la storia della letteratura, viene ripreso anche da Camilleri. Emergono dunque dei dialoghi con Sofocle, Omero, Dante, Seneca, Primo Levi, Woody Allen e molti altri. Camilleri passa di epoca in epoca raccontando di questo personaggio che è stato sia uomo che donna e che ha perso anche la vista.



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