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Federica Pellegrini a Le Iene il monologo tra ferite, colpi bassi e risatine dei soliti uomini

Dalla puntata de Le Iene del 7 dicembre 2021 il monologo di Federica Pellegrini

federica pellegrini

Nella puntata de Le Iene in onda ieri, 7 dicembre 2021, le scarpette lasciate in eredità da Francesca Fagnani, sono state indossate da Federica Pellegrini. Anche la campionessa quindi ha deciso di parlare della sua esperienza personale di donna e nuotatrice. E lo ha fatto in un lungo e articolato monologo con il quale ha cercato di spiegare che cosa si prova in molte situazioni complicate: “Qui molte donne in queste settimane hanno parlato del proprio vissuto e delle proprie idee, e stasera tocca a me. Io non mi sono mai sottratta al confronto: so di avere carattere, e non me ne vergogno. ” Inizia così il monologo di Federica Pellegrini a Le Iene che poi ha proseguito: “Mi sono sempre battuta per ciò in cui credo, mi sono esposta ed ho difeso le persone che amo, pagandone le conseguenze. Fa parte del gioco.

E ancora: “Quindi ho accettato, ci ho pensato, e c’è una cosa che mi ha fatto riflettere in particolare: in tutti questi anni, in cui ho gareggiato contro le donne, perché mi sono dovuta confrontare molto più spesso con gli uomini? Uomini che mi aspettavano al varco sia che vincessi, sia che perdessi“.

Il monologo di Federica Pellegrini da Le Iene

La Divina ha poi continuato: “Se cadi sei un’atleta finita, e se stai in piedi sei una principessa messa su un piedistallo. Piedistallo che, in ogni caso prima o poi paghi, perché se un uomo vince e ne va giustamente orgoglioso, è un bomber, se una donna vince e ne va giustamente orgogliosa, se la tira.

E ancora: “Così stanno tutti in attesa del disastro, tipo “guardiamo dallo spioncino che succede”, che se va male usciamo sul pianerottolo a festeggiare. Uomini che giudicavano la mia vita privata, perché se sei un atleta maschio e hai delle relazioni sei un uomo di successo, se sei un’atleta donna e hai delle relazioni sei la mangiauomini.  Come quel figlio di un allenatore di nuoto, che quando ho difeso il mio coach ha twittato “eh sì, è lui il tuo pene dell’anno”. Una finissima analisi sportiva…che poi mi chiedo, perché “il pene dell’anno”? È annuale, tipo il bollo della macchina? “.

Tra le cose che le hanno fatto più male: “Uomini che a 16 anni, alla mia prima olimpiade, quando ero alle prese con l’acne come tutte le adolescenti di questo mondo, in radio commentavano “sarà il testosterone”. Quante risate. Uomini che, nel mio lavoro, hanno il diritto alla vittoria perché tutti gli sport che tu, donna, hai iniziato a praticare, li hanno praticati prima loro, li hanno eseguiti meglio loro, li hanno inventati loro. Perché gli sport importanti “sono sport da uomini”. Perché le cose importanti “sono cose da uomini”.

E ancora: ” È tempo di bilanci, e allora stasera a questi uomini dico che se così vi è piaciuto pensarmi, sono contenta vi siate divertiti, almeno voi. Agli altri uomini, quelli della mia vita, dico grazie per avermi dedicato uno sguardo che ha creduto nei miei occhi, nella mia forza, nella mia bellezza. Sono gli uomini che contano per me: quelli che non hanno bisogno di cose da uomini. Ah, esistono anche donne stronze, è ovvio. Ma mi hanno chiesto di parlare per qualche minuto, non per pochi secondi”.

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