Ti consiglio una serie e ti spiego il finale: Untamed su Netflix
Nella rubrica Ti consiglio una serie vi parliamo di Untamed una delle serie più viste su Netflix: dalla trama alla spiegazione del finale
Nel vasto panorama delle serie TV estive, ogni tanto emerge un titolo che riesce a rompere la routine e a imporsi come fenomeno globale. Untamed, thriller investigativo targato Netflix, è uno di questi rari esempi. Uscita sulla piattaforma il 17 luglio 2025, la serie ha scalato in pochi giorni la vetta delle classifiche mondiali, conquistando il primo posto tra i contenuti più visti sulla piattaforma in oltre 80 paesi, Italia compresa. Dunque per la nostra rubrica Ti consiglio una serie, oggi cerchiamo di comprendere quale possa essere il vero significato del finale di Untamed ma non solo.
Il segreto di questo successo? Un mix calibrato di mistero, paesaggi mozzafiato, traumi irrisolti e colpi di scena a raffica, incorniciati da un’ambientazione insolita e affascinante: il parco nazionale di Yosemite, tra le montagne e le foreste più iconiche d’America.
Ti consiglio una serie: Untamed
Untamed la nuova serie Netflix, racconta la storia dell’agente speciale Kyle Turner (interpretato da un magnetico Eric Bana), membro dell’ISB – Investigative Services Branch – incaricato di indagare su un misterioso corpo ritrovato ai piedi del leggendario El Capitan. La vittima è una donna senza identità, e fin da subito emergono elementi inquietanti: ferite sospette, simboli incisi sulla pelle, legami con riti tribali e attività criminali nascoste tra le pieghe della natura incontaminata.
Turner, ancora segnato dalla perdita del figlio Caleb, scomparso anni prima in circostanze mai del tutto chiarite, si ritrova coinvolto in un’indagine che scava non solo tra i sentieri rocciosi del parco, ma anche tra i recessi più cupi della sua anima. Al suo fianco, la giovane e determinata ranger Naya Vasquez, che con coraggio e intuito lo aiuterà a mettere insieme i pezzi di un puzzle sempre più inquietante. Anche Naya ha dei segreti e un passato difficile alle spalle, passato che presenterà i conti, tornando a bussare alla sua porta.
Il ritmo della narrazione è serrato: ogni episodio si chiude con una rivelazione, ogni dettaglio apre nuove domande, ogni personaggio potrebbe nascondere un lato oscuro. Dalle miniere illegali alle sette tribali, dagli abusi insabbiati alle corruzioni interne al corpo dei ranger, Untamed si fa strada tra verità scomode e segreti sepolti sotto la superficie di una natura apparentemente incontaminata.
Untamed: una serie visivamente potente, ma non priva di critiche
Dal punto di vista visivo, Untamed è un gioiello. Le riprese in ambientazioni montane e selvagge offrono una fotografia spettacolare, in grado di rendere la natura non solo sfondo, ma vera e propria protagonista. Tuttavia, molte scene non sono state girate a Yosemite, bensì nella Columbia Britannica: questo ha suscitato critiche da parte di esperti e ranger reali, che hanno segnalato varie imprecisioni nei dettagli tecnici e ambientali.
La serie è stata definita da alcuni critici “una fantasia ben confezionata”, dove l’autenticità lascia il passo all’efficacia drammaturgica. Tuttavia, per il pubblico questo non sembra rappresentare un problema: i dati parlano chiaro. Oltre 24 milioni di visualizzazioni nella prima settimana, e recensioni mediamente positive. Su Rotten Tomatoes ha un punteggio dell’80%, mentre su Metacritic si attesta su un 62/100, con giudizi oscillanti tra “avvincente” e “prevedibile ma godibile”. Se dovessimo dare il nostro voto alla serie, daremmo un 8. Sono i colpi di scena a rendere la serie più che godibile, il finale in particolare, è del tutto inatteso.
I temi forti di Untamed: trauma, verità, giustizia
Una delle chiavi del successo di Untamed risiede nella sua capacità di toccare temi forti e universali: il lutto, il senso di colpa, la necessità di giustizia, il rapporto tra uomo e natura, ma anche il pericolo di ciò che è nascosto sotto la superficie. Turner non è solo un detective: è un uomo alla ricerca di redenzione. Il parco, con i suoi boschi fitti e le sue vette silenziose, diventa il simbolo di un percorso interiore fatto di dolore, rivelazioni e scelte difficili.
Spiegazione del finale di Untamed: chi è l’assassino e cosa rappresenta
Nel sesto e ultimo episodio, la tensione esplode. L’assassino della ragazza del parco si rivela essere Shane, un ranger corrotto coinvolto in un traffico clandestino di droghe e abusi, colpevole dell’omicidio della donna ritrovata a El Capitan, Lucy Cook, la cui identità viene finalmente svelata. Ma la vera sorpresa arriva dopo: il mentore di Turner, Paul Souter, è coinvolto nel tentativo di insabbiare tutto.
In una scena intensa e drammatica, Souter confessa a Turner di aver ucciso Lucy per impedirle di rivelare una verità che avrebbe potuto cambiare per sempre la sua vita e quella della sua famiglia. Lucy infatti, era sua figlia. Nel corso degli anni lo aveva ricattato chiedendogli soldi e si era fatta sempre più pericolosa, arrivando a coinvolgere la sua nipotina.La sua confessione chiude il cerchio, ma non porta consolazione: l’uomo si toglie la vita subito dopo, lasciando Turner con un senso di vuoto e di sconfitta. Probabilmente Souter non avrebbe voluto uccidere Lucy ma è successo, anche perchè, come si vede in un flashback, la ragazza non proverà a chiedere aiuto ma si getterà dal burrone, stufa forse di una vita difficile in cui era sempre stata da sola contro tutti, dopo la morte di sua madre.
Nel finale, Turner ritrova l’ex moglie Jill e sembra intravedere una nuova possibilità di pace, anche lei confessa al suo attuale marito quello che ha fatto, pagando per vedere morto l’assassino e lo stupratore di suo figlio. Il caso è chiuso, ma le cicatrici restano. La serie si conclude con un lento e silenzioso piano sequenza sulle montagne al tramonto: la natura resta lì, ma l’uomo ne esce cambiato.
Il messaggio del finale di Untamed? Anche nei luoghi più puri possono annidarsi le colpe più oscure. E la verità, per quanto dolorosa, è sempre preferibile all’oblio. Turner però decide di cambiare vita, lasciando quel parco, perchè quel parco, non ha più nulla da dargli.