LifeStyle

Gli italiani prendono troppo sole: richio tumore altissimo

Sempre di più gli italiani che si espongono al sole senza adeguate protezioni. In commercio presto potrebbe essere introdotto “vemurafenib”, un nuovo farmaco in grado di agire positivamente sulla degenerazione del melanoma


Si chiama “vemurafenib” ed è un farmaco che verrà prodotto all’interno dello stabilimento della Roche a Segrate, in provincia di Milano. Ma di cosa si tratta? Secondo i primissimi dati che sono stati trasmessi sull’azione del medicinale, sembrerebbe trattarsi di un prodotto in grado di rallentare il progredire di una patologia come il melanoma alla pelle. In particolare il farmaco – che ancora deve ottenere la determina di AIFA – sembrerebbe agire su alcune mutazioni genetiche che sarebbero responsabili della proliferazione di metastasi in un’alta percentuale di casi, circa la metà del totale.
Ma quanti danni può fare il sole alla nostra pelle? Moltissimi, e sono anni che se ne parla. Ormai l’informazione intorno al tema è capillare e non esiste nessuno all’oscuro di quelli che possono essere i rischi di un’esposizione al sole scellerata.

Eppure gli italiani non rinunciano alla tintarella. Sono questi i dati che emergono dal sondaggio “Gli italiani, l’ossessione abbronzatura e il melanoma” presentato proprio in occasione della notizia del nuovo farmaco.

I numeri sulle vittime del sole e del melanoma alla pelle sono impressionanti: ogni anno si ammalano 1800 persone e ne muoiono 1600. Negli ultimi anni questo tipo di tumore ha avuto un incremento del 30% dei casi. Effetto serra e buco dell’ozono hanno sicuramente cambiato la qualità dei raggi ultravioletti che ci raggiungono, ma l’ossessione dell’abbronzatura fa il resto.

Quanti sono gli italiani che si espongono al sole, nelle ore più calde, quelle sconsigliate dai dermatologi, senza un’adeguata protezione se non addirittura in assenza totale di essa? Ogni volta che sulla pelle si crea una bruciatura da sole, sul nostro corpo rimane un danno permanente e i danni del sole non devono assolutamente essere sottovalutati.

Il nuovo farmaco non proteggerà dalla comparsa di simili tumori ma potrebbe essere in grado di limitarne i danni. A parlarne è stato il professor Paolo Ascierto, Presidente della Fondazione Melanoma e vicedirettore Unita’ Melanoma, Immunoterapia Oncologica, Terapie Innovative Istituto Nazionale Tumori IRCCS – Fondazione Pascale: “Gli studi clinici di Fase II e III hanno dimostrato come la mediana di sopravvivenza dei pazienti trattati con vemurafenib sia di 13-16 mesi, probabilmente la più alta mai riscontrata nel melanoma metastatico. Sono risultati che fanno di questo farmaco una delle punte di diamante nella cura del melanoma in stadio avanzato”.

 

 



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