LifeStyle

Bambini: triplicato l’uso degli psicofarmaci negli ultimi anni

Uso degli psicofarmaci nei bambini triplicato negli ultimi 15 anni, ovviamente è una notizia drammatica


La salute e il benessere dei propri figli è al primo posto ma, alle volte, alcuni genitori tendono ad esagerare un po’. Sarà l’iperprotettività di alcune mamme o papà, ma il consumo di psicofarmaci nei bambini è triplicato negli ultimi 15 anni.

A rivelare questa drammatica notizia è stato il sito Consumer Reports, che ha spiegato come l’utilizzo di psicofarmaci nei bambini sia aumentato a dismisura negli ultimi anni, diventando una vera e propria epidemia. E questa situazione non può che essere dipesa dai genitori: non dimentichiamo, infatti, che molti degli usi in cui vengono impiegati tali farmaci non viene approvata dalla Food and Drug Administration, ossia quell’ente che si occupa di decidere cosa può essere venduto o meno nelle farmacie.

La causa scatenante della diffusione di questa epidemia è provocata anche dalla superficialità da parte di alcuni medici di base o di pediatri, che tendono a prescrivere queste terapie farmacologiche con leggerezza. E la cosa peggiore è che, probabilmente, le medicine che vengono prescritte ai pazienti adulti, molto spesso vengono date anche ai più piccoli.

Che in alcuni casi si sia trattato di una mossa strategica da parte delle aziende farmaceutiche? La loro intenzione negli anni, infatti, è stata quella di aumentare il proprio fatturato senza riflettere molto su come le medicine possono influire negativamente sulla salute del paziente. Soprattutto se vengono assunte senza una reale necessità.

Alcune di queste medicine in alcuni casi possono rivelarsi essere dannose per la nostra salute: gli effetti collaterali che ne possono derivare possono provocare un aumento del peso corporeo, ma anche problemi relativi alla formazione del colesterolo o del diabete di tipo B.

La Food and Drug Administration ha denunciato gli usi smodati e inconsapevoli degli psicofarmaci, soprattutto se vengono somministrati ai bambini più piccoli che, a parte casi più unici che rari, non ne hanno bisogno.



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