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Diagnosi celiachia: arriva un nuovo test più rapido

La diagnosi della celiachia potrebbe a breve diventare veloce e meno invasiva per i soggetti a rischio di intolleranza al glutine. Ecco come


La diagnosi della celiachia potrebbe essere più tempestiva ed efficace grazie ad un nuovo test del sangue senza la necessità di biopsia di una porzione di tessuto intestinale. Questo tipo di analisi eliminerebbe la necessità di un’esposizione prolungata al glutine. Buone notizie per tutte le persone a rischio di intolleranza al glutine.

Oggi in Italia una persona su 100 è colpita da celiachia e la prima fase iniziale, ovvero quella della diagnosi corretta, non è sempre agevole e diretta. Certamente infatti la celiachia ha alcuni sintomi tipici ma questo non è sempre vero (esistono anche forme di celiachia asintomatica) e comunque non si può fare solo affidamento su questi. Per questo motivo ogni anno vengono realizzate circa 85 mila diagnosi. Se la celiachia si sviluppa in età infantile i primi campanelli d’allarme sono arresto della crescita e difficoltà nello svezzamento. Negli adulti invece si registrano gonfiore addominale, senso di stanchezza o spossatezza, sbalzi di umore, perdita di peso, anemia, dissenteria etc. Sono tutti sintomi che possono essere confusi con altre patologie o intolleranze. Per fare una diagnosi di celiachia certa oggi si effettua un esame chiamato “endoscopia”, invasivo e fastidioso oltre che lungo. Viene prelevata una porzione di tessuto intestinale per valutare la presenza di danni o atrofia dei villi. L’invenzione del nuovo esame, testato su un campione di  48 volontari, si deve ad un gruppo di ricercatori del Walter and Eliza Hall Institute (Usa). I risultati potrebbero richiedere appena 24 ore. Per i soggetti a rischio significa avere una diagnosi quasi immediata e non dover essere costretti a consumare glutine per settimane o mesi prima del test. Basta infatti un consumo di glutine minimo di tre giorni per misurare il rilascio di citochine”, che evidenzia la reazione cellulare. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Clinical & Experimental Immunology



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