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Creme sbiancanti di contrabbando, allarme dell’Aifa: sono nocive

L'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) lancia l'allarme: attenzione alle creme sbiancanti, spesso sono novice. Contengono mercurio e cortisonici


Il sequestro di creme sbiancanti, compiuto  un mese fa dagli uomini della Guardia di Finanza nel porto di Ancona, ha evitato che più di 46mila prodotti nocivi per la salute entrassero nel mercato. Lo dichiara l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), richiamando l’attenzione di tutti i consumatori affinché ci si accerti della qualità dei prodotti cosmetici acquistati.
L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha fatto sapere che le 46.200 confezioni di creme sbiancanti sequestrate contengono sostanze pericolose per la pelle. A commentare i risultati delle analisi è stato Domenico Di Giorgio, direttore del reparto Contraffazione dell’Aifa. Di Giorgio ha dichiarato: “Queste sostanze causano danni alla pelle e all’intero organismo perché sono veri e propri mix di cortisonici e mercurio“.
Per Di Giorgio “a essere particolarmente a rischio sono le giovani donne provenienti dall’Africa subsahariana in cerca di una maggiore accettazione sociale e di qualche possibilità di lavoro in più“. Queste donne tenderebbero a utilizzare le creme per rendere più accettabile il proprio aspetto, in base ai canoni occidentali.
A confermare ciò c’è il fatto, a detta di Di Giorgio, che “i numeri della diffusione di questi prodotti tra donne immigrate sono impressionanti“. L’esperto ha aggiunto: “Secondo dati di uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, il 40% di quelle sotto i 35 anni e 36% sopra quell’età ne fa uso. E spesso cospargendo tutto il corpo e regolarmente per anni“.
La provenienza delle creme sbiancanti perlopiù è indicabile nella Cina. Realizzate in Estremo Oriente, i prodotti passano per l’Africa e da lì finiscono nel nostro Paese. Si stima che ogni anno in Italia giungano centinaia di migliaia di confezioni di creme che promettono di schiarire la pelle.
Importante, in tal senso, è l’intervento delle forze dell’ordine per arginare la diffusione dei prodotti nocivi: “Ogni settimana si registrano almeno tre sequestri soltanto nell’aeroporto di Fiumicino. In alcuni casi il sequestro non supera le 100 confezioni, ma il sequestro di Ancona dimostra che i numeri possono essere anche estremamente più grandi” ha concluso Di Giorgio.



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