Ti consiglio un film: Better Man, una perla di rara bellezza
Torna la nostra rubrica Ti consiglio un film: oggi vi parliamo di Better Man che da poco è disponibile su Sky, un'occasione unica per vedere il biopic con Robbie Williams protagonista
Nell’universo delle biografie musicali, Better Man si distingue come un’opera profondamente originale e toccante, capace di andare ben oltre il classico racconto di ascesa e declino. Diretto da Michael Gracey (The Greatest Showman), il film ci porta dentro la mente e l’anima di Robbie Williams, icona pop britannica che ha segnato intere generazioni, ma che dietro le luci della ribalta ha vissuto momenti oscuri fatti di solitudine, dipendenze, instabilità mentale e il costante peso della fama.
Il cantante si era già raccontato in una serie Netflix e dunque, ci si aspettava che il film potesse essere una sorta di clone e invece, dal primo minuto, guardandolo, vi renderete conto che è tutta un’altra storia. Per questo, per la nostra rubrica Ti consiglio un film, oggi vi parliamo proprio di Better Man che da pochi giorni è disponibile anche su Sky.
Ti consiglio un film: Better Man
A rendere Better Man un’opera davvero fuori dal comune è l’approccio narrativo visionario. A sorpresa, uno dei protagonisti simbolici del film è una scimmia: metafora potente e surreale delle paure, dei demoni interiori e della costante lotta di Robbie contro sé stesso. Un espediente narrativo tanto audace quanto efficace, che trasforma il racconto biografico in una riflessione quasi filosofica sulla fragilità dell’essere umano sotto i riflettori.
La regia di Gracey è intensa e intima. Il regista non si limita a ricostruire i grandi momenti della carriera di Williams – dagli esordi con i Take That fino alla carriera da solista – ma scava a fondo nelle sue insicurezze, nei traumi irrisolti, nell’autodistruzione causata da alcol, droga e depressione. In questo viaggio, Robbie Williams si mette a nudo, offrendo una testimonianza autentica e cruda, mai edulcorata. Un racconto che incolla lo spettatore allo schermo dal primo, all’ultimo minuto.
La scelta di raccontare la storia attraverso lo stesso sguardo del protagonista, spesso distorto e onirico, a tratti persino strafottente, restituisce una chiave di lettura modernissima: Better Man non è solo una biopic, ma un’esperienza psicologica, un viaggio emotivo che chiama in causa lo spettatore e lo spinge a rivedere con occhi nuovi le dinamiche della celebrità e del successo.
A impreziosire il tutto, una colonna sonora che ripercorre i più grandi successi di Williams, reinterpretati in chiave cinematografica, che fa da filo conduttore emotivo tra le varie fasi della narrazione. Si canta, si balla, si piange, si sorride. Un turbinio di emozioni che sconvolgono lo spettatore, nel bene o nel male, è chiaro.
Better Man: il rapporto tra Robert e suo padre al centro
Centrale nella narrazione di Better Man è anche il rapporto complesso e profondo tra Robbie Williams e suo padre, tema che funge da vero e proprio filo rosso lungo tutta la pellicola. La figura paterna è rappresentata come una presenza costante ma incostante, nel bene e nel male, a tratti ingombrante, a tratti salvifica, che influenza in modo decisivo la formazione emotiva e artistica di Robbie. Attraverso flashback e momenti di confronto, il film mostra come il padre, pur tra alti e bassi, sia stato una guida, un rifugio ma anche uno specchio doloroso delle fragilità dell’artista.
La loro relazione diventa uno dei cardini emotivi della pellicola, permettendo di comprendere meglio la vulnerabilità di Williams, il suo bisogno di approvazione e la sua costante ricerca di amore e appartenenza. Questo legame padre-figlio, raccontato con delicatezza e intensità ma anche a tratti in modo nudo e crudo aggiunge ulteriore profondità al film, rendendolo ancora più reale e credibile. E ci fa riflettere come spesso, i soldi non sono tutto, quando hai un vuoto emotivo così grande e ti chiedi per anni perchè sei stato abbandonato da chi avrebbe dovuto volerti bene.
Dietro dipendenze, scelte sbagliate, insicurezze spesso si nascondono traumi legati all’infanzia. Non ci sono quasi mai giustificazioni è chiaro ma c’è una chiave di lettura diversa, proprio come ha cercato di raccontar Robbie Williams insieme al registra di Better Man rendendo la sua storia più unica che rara, a tratti anche universale. E’ la storia di un ragazzino come tanti alla perenne ricerca dell’approvazione, ossessionato dall’essere inferiore ma anche travolto dalla cupidigia di essere il migliore. E’ la storia di un ragazzino come tanti che ce l’ha fatta, nonostante tutti gli ostacoli che avrebbero potuto scrivere finali diversi di una storia che oggi è la storia di Robbie Williams.