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Ligabue racconta anche i dolori della vita, la morte del figlio

Il figlio di Ligabue sepolto nel cimitero degli angeli, un dolore che comprende solo chi ci è passato

ligabue figlio

L’autobiografia di Ligabue ha il nome più semplice, “Una storia” e racconta dal senso di colpa che da sempre si porta dentro alla morte del figlio, l’addio al padre, le volte che Luciano da bambino ha rischiato di morire, l’amore per Barbara, il successo, la non rivalità con Vasco Rossi e tanto altro. Un libro da leggere in uscita domani 3 maggio. Al Corriere della Sera Ligabue ha presentato la sua autobiografia anticipando il suo primo ricordo e proseguendo non come si fa con un’intervista ma come in una lunga chiacchierata. Sono i dolori ad impressionare sempre più di ogni altro ricordo e Ligabue parla di suo figlio nato morto.

Ligabue aveva sposato un’amica di infanzia, hanno avuto Lorenzo Lenny, poi nella vita del cantante è arrivata Barbara e non poteva mentire a se stesso. “Un senso di colpa lacerante. Un trauma per lei e per me. Ma avevo incontrato Barbara. E non potevo mentire a tutti, a cominciare da me stesso”.

Dall’amore tra Ligabue e Barbara è nata Linda, poi il secondo figlio, purtroppo nato morto. “Ce lo fecero vedere. Me lo ritrovai in mano, era un affarino di un chilo. Aveva i tratti della mamma. La voce della Barbara disse: è perfetto. L’ho fatto seppellire in un cimitero che ha un angolo chiamato degli angeli. All’inizio Barbara ci andava tutti i giorni. Si sentiva come se il suo corpo fosse diventato marcio, incapace di dare la vita… Un pensiero ingiusto, ma il suo “sentire” la faceva stare così. Solo chi ci è passato lo capisce”.

Ricorda anche la morte del padre: “Dopo l’intervento al fegato, un medico ci dice: lo volete vedere? Certo che sì. Solo che non ci porta da Giuanin, mio padre; ci mostra il tumore, le viscere, i segni infetti del male che l’avrebbe ucciso”. Suo padre non si lamentava mai, non voleva disturbare. “Un altro medico ci disse: preparatevi a un mese di calvario. Se ne andò il giorno dopo”.

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