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Madame: il vaccino, il green pass falso, le indagini. La cantante rompe il silenzio

Con un lungo post sui social Madame prova a spiegare perchè non ha fatto il vaccino anti covid ed è indagata ma la parte sul falso green pass manca

madame

E’ Madame a spiegare sui social che cosa è successo e che cosa sta succedendo nella sua vita. Con un lungo post, dopo la notizia dell’indagine nella quale risulta essere indagata perchè in possesso di un green pass falso, la cantante prova a fare chiarezza. In realtà nel suo lungo post, c’è tanto della sua vita privata, delle sue paure, delle influenze della sua famiglia, ma poco di quello che è successo durante la pandemia, quando per fare di tutto, era necessario avere un green pass, che lei a quanto pare, non aveva, non avendo fatto il vaccino. E’ lungo il post di Madame ma ci si perde, perchè il senso della sua spiegazione non porta al nocciolo della questione. Il post di Madame parte da lontano, la cantante spiega di essere “nata e cresciuta in una famiglia che per vari motivi ha iniziato a dubitare dei medici e della medicina tradizionale”, ammette “non solo” di non aver fatto “prontamente il vaccino del Covid”, ma anche di non avere “altri vaccini“.

 Nel lungo post di Madame, si legge delle idee dei suoi genitori, della sua voglia di non dare ascolto nè alle tesi complottistiche nè al resto. E scrive: “si fa presto a partire dalla ricerca di un’alternativa e finire in un girone infernale di complottismo. Durante il covid i miei ci cascano“. 

Il post di Madame sui social

Passa del tempo, finché la giovane cantante veneta non decide di rivolgersi “a medici e a medici in pensione” e “le risposte questa volta sono state tutte positive”. Madame continua: “Stavo dunque prenotando un vaccino a Milano  quando mia madre mi avvisa che l’avrei fatto con lei a Vicenza. Una volta arrivata a Vicenza capisco che la sua posizione non era cambiata, ma non glielo rimprovero“. Madame continua: “sfruttando la mia convivenza da sola a Milano, sotto il controllo di me medesima soltanto, decido mossa da buona volontà e ipocondria di sottopormi a varie visite. Ne prenoto una ventina circa, di ogni tipo, anche inutilmente (come hanno detto molti medici da cui sono andata) dato che spesso la risposta è stata “signorina, lei è sana come un pesce”, salvo in alcuni casi.”

E poi: “Una volta fuori dal marasma della pandemia , con l’ansia quasi a zero e nessuna pressione esterna decido di iniziare a stapparmi le orecchie e cominciare finalmente a documentarmi senza chiedere aiuti esterni. Noto da video, documenti, dibattiti, interviste che tutto ciò che mi dicevano i miei erano esattamente le teorie che sostenevano dei personaggi ignoranti in materia medica e chiaramente sopraffatti dalla paura. Al che mi sono spaventata, e ho intuito di aver tenuto le orecchie tappate troppo a lungo. Un giorno a pranzo in montagna arriva una telefonata dalla questura. Il lunedì mi presento da loro, sono indagata. Questa situazione mi urla in faccia che devo fare una scelta, prendere coraggio e fare la mia ultima mossa”.

Il post di Madame prosegue: “dopo una lunga chiacchierata con un medico infettivologo e una revisione delle mie ultime visite, lui mi prescrive una serie di vaccinazioni che reputa essenziali. Gli espongo ogni mio dubbio, lui pazientemente lo accoglie, mi risponde con disponibilità e io comprendo. Mi dà il contatto dei suoi colleghi del centro vaccinazioni e proseguo e proseguirò a completare tutte quelle necessarie per me e utili per gli altri. Grazie Dottore“.

Madame conclude il suo post con queste parole: “Questa è stata la vicenda. Questa è stata la morale. Non abbiate paura. Perché la paura blocca la vita. Io vi ringrazio dell’attenzione, del supporto e dell’amore che continuate a dimostrarmi per quello che stiamo costruendo assieme. Grazie della pazienza e dell’affetto. Ci vediamo molto presto”.

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