Jovanotti a due anni dall’incidente ha sempre il dolore fisso che non lo abbandona mai
Jovanotti ricorda perché è caduto dalla bici, l'incidente. Oggi il dolore è fisso ma lui non molla
Due anni fa Jovanotti cadeva in bici, l’incidente del 15 luglio 2023 non è solo un brutto ricordo perché il dolore resta ed è forte ma lui ancora più forte ha imparato a conviverci perché la musica è più forte di tutto. “Io e il mio dolore post-incidente andremo lontano” scrive Jovanotti sui social ricordando tutto e pensando che quando ti fai molto male nei primi attimi non senti il dolore, non senti niente.
Dopo quel terribile incidente pensava non fosse accaduto niente, una caduta in bici, niente di più, invece per Jovanotti fu l’inizio della sofferenza fisica che ti porta verso il basso. Leggi anche Jovanotti a Belve parla della madre: “Non ho mai avuto il coraggio di chiederle una cosa”
Jovanotti ricorda l’incidente e il dolore che non passa
“Quando ti fai molto male nei primi secondi non senti niente, e infatti ho addirittura preso il cellulare e ho girato un video dove dicevo che ero caduto perfino sorridendo”. Poi ha iniziato a fargli malissimo, ha visto che il piede era al contrario e la clavicola gli bucava la pelle della spalla.
Jovanotti ricorda le voci di quelli che lo stavano soccorrendo e poi la sirena dell’ambulanza. Racconta come era iniziata quella giornata, all’alba. Lorenzo e Francesca erano in Repubblica Dominicana ospiti a casa di amici per un paio di settimane di vacanza. Ombrellone e lettino non fanno per lui, aveva portato la sua bici: “quella seconda mattina avevo pensato di attraversarla tutta fino alla costa al di là della dorsale che taglia in due l’isola”, voleva arrivare a una spiaggia per un bagno, spiaggia che non ha mai raggiunto.
“Mi ricordo che era un rettilineo bellissimo che tagliava una piantagione infinita di canna da zucchero di un verde smeraldo. L’asfalto appena rifatto di nuovo rendeva invisibile il dissuasore di velocità che il fruttarolo o chi per lui aveva steso davanti al suo negozietto per far rallentare le macchine. Non l’ho visto, non si vedeva proprio. Così sono volato a terra, facendomi molto male”.
Due operazioni, tanti mesi di riabilitazione e sofferenza, pensando sempre al palco ma senza sapere se si sarebbe rimesso in piedi a camminare.
“Oggi mi fa ancora male e ho questo dolore fisso che ormai è talmente familiare che vivo come un compagno di viaggio, io gli sto addosso, mi alleno tutti i giorni, lui mi sfida, io non mollo”.
Ha appena concluso un tour di 54 concerti: “spesso il dolore si dimenticava di esserci e ballava insieme a me e ci dimenticavamo uno dell’altro, Potenza della musica”.