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Yara Gambirasio: Fikri si racconta a domenica 5

Sono ormai cinque mesi che la piccola Yara Gambirasio non c’è più. Era infatti il 26 novembre scorso quando della ragazzina di Brembate Sopra, si sono perse le tracce. Oggi uno dei protagonisti della vicenda, Fikri parla a canale 5 ospite di Domenica 5. Dopo l’allarme lanciato dai genitori, nel bergamasco iniziarono subito le ricerche […]


Sono ormai cinque mesi che la piccola Yara Gambirasio non c’è più. Era infatti il 26 novembre scorso quando della ragazzina di Brembate Sopra, si sono perse le tracce. Oggi uno dei protagonisti della vicenda, Fikri parla a canale 5 ospite di Domenica 5.

Dopo l’allarme lanciato dai genitori, nel bergamasco iniziarono subito le ricerche per riportare Yara a casa, e meno di un mese dopo la scomparsa della ragazzina fu fermato un marocchino, Mohamed Fikri, impiegato nel cantiere di Mapello. All’epoca dei fatti gli inquirenti, che avevano interecettato una sua telefonata in cui Mohammed avrebbe detto “Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io”, lo ritenevano complice, se non colpevole, del sequestro di Yara. Solo dopo un po’ di tempo si scoprirà che Fikri non aveva detto quella frase al telefono, ma era stata tradotta male dagli interpreti: il marocchino aveva semplicemente affermato “Allah mi protegga!” nel corso di una telefonata qualunque, senza misteri.

Oggi il manovale del cantiere edile di Mapello Mohamed Fikri si è raccontato davanti alle telecamere di Canale5, nella trasmissione domenicale diretta da Federica Panicucci. Il marocchino intervistato ha rivendicato la sua estraneità ai fatti. Inoltre ha rivelato che il suo fermo da parte della polizia e tutti gli interrogatori fatti nel corso delle indagini, hanno messo in apprensione la sua famiglia e hanno fatto ammalare di depressione la madre. Ricordiamo, tra l’altro, che l’arresto del marocchino era bastato a sollevare un polverone nel bergamasco, in cui si iniziò perfino a parlare di xenofobia, e tutto per un errore di traduzione.

Oggi Fikri afferma di non essere un mostro, come hanno precipitosamente scritto di lui i giornali nel dicembre scorso. Afferma di essere una persona povera, che arriva dal Marocco e che è qui nel nostro Paese per lavorare, per sistemarsi, per dare un futuro migliore alla sua famiglia e aiutare i suoi genitori. Ribadisce che non è venuto in Italia per fare del male a nessuno e che quando è stato fermato si è sentito scoppiare il cuore. Rivela al pubblico di canale 5 che durante l’interrogatorio gli hanno poggiato sul cuore una foto di Yara, chiedendo alla sua coscienza di confessare. Ma Fikri,Yara non l’aveva mai vista. E nè poteva sapere che era già morta: come sappiamo dai risvolti delle indagini, la tredicenne fu uccisa probabilmente lo stesso giorno in cui sparì dalla palestra di Brembate in cui si allenava. Ma fu ritrovata dopo solo 3 mesi dalla scomparsa.

Sara Moretti



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