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Referendum 2011 nucleare, scopriamo le sue contraddizioni

Il 12 e il 13 giugno 2011 si voterà il referendum per il nucleare, questione che ormai non fa altro che accendere polemiche e scontri. Proprio in vista del prossimo referendum vogliamo proporre un intervento di Marcel Cordech un famoso ingegnere del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, e grande esperto europeo di energia, nonché […]


Il 12 e il 13 giugno 2011 si voterà il referendum per il nucleare, questione che ormai non fa altro che accendere polemiche e scontri. Proprio in vista del prossimo referendum vogliamo proporre un intervento di Marcel Cordech un famoso ingegnere del MIT, il Massachusetts Institute of Technology, e grande esperto europeo di energia, nonché autore del volume intitolato “Il miraggio nucleare. Perché l’energia nucleare non è la soluzione ma parte del problema”.

“Ho usato il termine miraggio, dice Cordech, perché l’energia nucleare viene presentata come una soluzione al problema energetico ma in realtà non lo è”.

L’energia nucleare, secondo quanto sostenuto da Marcel Coderch e Núria Almiron, non è la soluzione al problema energetico perché i quattro problemi irrisolti legati da sempre alla diffusione del nucleare e che hanno contribuito alla sua lenta e problematica diffusione, ovvero: sicurezza, proliferazione degli armamenti, costi e gestione delle scorie basti pensare che in Italia, per esempio, non è mai stato costruito un impianto di stoccaggio definitivo per le scorie a media-bassa attività accumulate e, così come quelle ad alta attività immagazzinate in Piemonte, vengono trasportate all’estero a caro prezzo, sono tuttora lontani dall’essere sciolti. Le promesse che vengono diffuse dai più convinti sostenitori del nucleare sono tutt’altro che soddisfacenti, nonostante si cerchi con insistenza di presentare l’energia nucleare come la soluzione al mutamento climatico, come chiave per l’autonomia energetica e come risposta al progressivo esaurirsi delle sempre più care riserve di petrolio.

Nella sua chiara e attenta considerazione l’ingegnere spiega il perché la scelta del nucleare sia stata male analizzata, infatti, per produrre l’energia necessaria alla soddisfazione del fabbisogno quotidiano sarebbe necessaria l’installazione di circa 2000 reattori da qui al 2050: uno ogni due settimane secondo le sue stime: “Ma”, aggiunge, “non ci sarebbe neanche l’uranio necessario per farli funzionare”.

E’ molto utile leggere questi passaggi in quanto, ancora c’è tanta gente che non ha le idee molto chiare su cosa possa comportare il passaggio al nucleare e di conseguenza quanto sia fondamentale la partecipazione di tutta la popolazione italiana al referendum.

Giusy Cerminara



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