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Canicattì, ragazzo aggredito con cacciavite: non c’è speranza

E’ la gelosia che ha armato un ragazzo di 17 anni di Canicattì, un giovane che ha perso la testa aggredendo con ferocia assurda un altro ragazzo di 24 anni. Un cacciavite è l’arma utilizzata contro Calogero Giardina, arma con cui il minorenne lo ha colpito alla testa. E’accaduto sabato sera e a scatenare la […]


E’ la gelosia che ha armato un ragazzo di 17 anni di Canicattì, un giovane che ha perso la testa aggredendo con ferocia assurda un altro ragazzo di 24 anni. Un cacciavite è l’arma utilizzata contro Calogero Giardina, arma con cui il minorenne lo ha colpito alla testa. E’accaduto sabato sera e a scatenare la tragedia è stata la visione da parte del colpevole della sua ex ragazza in compagnia di Calogero.

Il diciassettenne ha prima cercato la lite e poi senza dire niente si è diretto al suo motorino, ha preso il cacciavite e si è scaraventato sul ragazzo conficcandogli l’oggetto in testa. Immediati sono scattati i soccorsi mentre l’aggressore fuggiva.

Calogero Giardina è stato trasportato all’ospedale di Sciacca, in provincia di Agrigento e le sue condizioni sono apparse subito critiche, ma la situazione sembra destinata a peggiorare. Il giovane di Canicattì è in coma farmacologico però ciò che angoscia maggiormente è l’impossibilità di operarlo. Poche ore fa l’ultimo bollettino medico ha tolto ogni speranza ai suoi cari. I dottori hanno spiegato che il cacciavite ha trapassato la scatola cranica e questo ha causato dispersione ematica e danni gravissimi al cervello, dunque, le funzioni cerebrali sono ormai irrecuperabili. La situazione è disperata e il decesso sembra ormai impossibile da evitare.

Il minorenne colpevole è stato arrestato quella stessa sera mentre vagava per le strade del suo paese, ha confessato subito ma ha tentato di nascondere l’arma tentando di sostituirla con un mazzo di chiavi. Al momento sono al vaglio anche le posizioni di altri due ragazzi, uno presente al momento dell’aggressione, un altro colpevole di avere nascosto il cacciavite e la maglietta sporca di sangue.



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