Attualità Italiana

Giulio Simsig si è impiccato in carcere dopo la condanna a 16 anni

Condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio della ex convivente, si è impiccato questa mattina nella cella a Trieste


Si è ucciso questa mattina Giulio Simsig, si è impiccato in carcere dopo essere stato condannato per l‘omicidio della ex convivente. L’uomo avrebbe deciso di farla finita impiccandosi nel bagno della propria cella, dentro le mura del carcere di Trieste. Simsig, di 50 anni, era stato condannato in secondo grado a 16 anni per aver ucciso la ex convivente, Tiziana Rupena.Secondo quando riferisce Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, l’uomo si è suicidato intorno alle ore 9.40. Per impiccarsi, Simsig si è servito della cinta dell’accappatoio sorretta alla cerniera della porta del bagno. Capece racconta che non è servito a nulla l’immediato intervento del personale di Polizia Penitenziaria, a sua volta avvertito dal compagno di cella del detenuto che aveva sentito il tonfo. Non sono riusciti a rimediare il folle gesto di Simsig. Il  personale infermieristico del carcere insieme al personale medico del 118 hanno tentato di rianimarlo, ma vanamente.

Lo scorso luglio, Simsig aveva tentato di suicidarsi cercando di buttarsi nel vuoto della tromba delle scale del Tribunale di Trieste, ma era stato bloccato dalla scorta della Polizia Penitenziaria.  Giovanni Altomare, Segretario del Sappe per il Friuli Venezia Giulia, ha riferito che la mancanza di personale nella Polizia Penitenziaria che conta solo 30 unità nel carcere di Trieste, non permette di tenere a bada assiduamente tutti i detenuti. Altro problema è dovuto al sovraffollamento di circa cento detenuti in più rispetto alla capienza consentita nel carcere di Trieste.Ciò non fa che limitarne il controllo.

Giulio Simsig, 50 anni, ex gruista alla Fincantieri, si era consegnato subito dopo l’omicidio della ex convivente.  La donna, Tiziana Rupena, di 48 anni e madre di due figli, era stata accoltella a morte nella frazione carsica di Padriciano, l’11 settembre 2011, nei pressi dell’abitazione della madre dove era tornata a vivere dopo aver messo fine alla difficile relazione con l’uomo.



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