Economia

Pensioni, come crearsi un fondo personale per la vecchiaia

Il tema delle pensioni è sempre un argomento critico. La politica non sembra essere più in grado di occuparsi seriamente della questione e allora ecco qualche consiglio su come crearsi un fondo personale per la vecchiaia


Enrico Letta ha dichiarato di non aver toccato le pensioni nella legge di stabilità, ma da più parti lo accusano di continuare la politica di austerity incominciata con Mario Monti. Ecco dunque come crearsi un fondo personale per la vecchiaia, dal momento che le nuove generazioni non potranno contare sulla previdenza sociale. Le pensioni pubbliche non sono più intoccabili (a differenza di quelle dei privilegiati), e allora conviene mettersi al riparo da brutte sorprese, creandosi una rendita di scorta integrativa degli assegni Inps o un tesoretto privato. I fondi per le pensioni sono strumenti finanziari in cui un lavoratore versa mensilmente una parte del proprio reddito. I dipendenti possono destinarvi il TFR (trattamento di fine rapporto), mentre gli autonomi possono scegliere liberamente quanto versare. I soldi accumulati nei fondi vengono amministrati sui mercati finanziari con diverse linee d’investimento (azionarie, obbligazionarie o garantite), scelte dal lavoratore. Il patrimonio maturato con i fondi può essere riscattato anche prima di mettersi a riposo, ma di solito lo si fa solo per ragioni straordinarie. Chi non si fida della previdenza integrativa, può sempre scegliere di crearsi un fondo personale per la vecchiaia. Esiste la possibilità di mettere il proprio denaro investendolo nei Buoni Fruttiferi Postali (Bfp) indicizzati all’inflazione, che attualmente offrono un rendimento annuo pari alla crescita del costo della vita registrato in Italia, a cui viene aggiunto un interesse dell’1% lordo (0,875% netto). I Bfp sono strumenti d’investimento garantiti dalla Cassa Depositi e Prestiti e possono esser acquistati anche in maniera graduale, con versamenti di 250 euro ciascuno. Il capitale versato nei Buoni Fruttiferi non è soggetto a commissioni varie. Chi li sottoscrive, deve mettere in conto soltanto il peso del fisco: una tassazione del 12,5% sui rendimenti, a cui si aggiunge un’imposta di bollo annua pari allo 0,2% del capitale. Per proteggere il proprio capitale dall’inflazione esistono altri strumenti finanziari come Btpi (Buoni del Tesoro poliennali inflation linked), che possono essere sottoscritti con un capitale minimo di 1000 euro. Si tratta di titoli di Stato il cui valore cresce ogni anno in base al tasso d’ inflazione registrato in Europa, a cui si aggiunge un rendimento fisso che può arrivare sino al 2,6% all’anno. Inoltre, si possono acquistare anche le obbligazioni indicizzate all’inflazione emesse in altri paesi europei come per esempio gli Oati (i buoni del tesoro francesi) o i bond inflation linked collocati dalle principali banche internazionali. Tuttavia, non tutti concordano con la bontà di quest’ultima opzione. Insomma, i modi per costruirsi un fondo personale per la vecchiaia sono molti. Le pensioni calano sempre più e la previdenza non è più così garantita come lo era una volta. I diritti di lavoratori ed ex lavoratori sono a più riprese calpestati e sono pochi i sindacati o i partiti che realmente difendono le categorie. Non resta che guardarsi in giro e informarsi in maniera pluralistica per prendere la decisione che si ritiene migliore per il proprio capitale e sperare che il Governo cerchi soldi altrove, perché le pensioni dovrebbero essere un diritto per tutti, ma ormai sono diventate un privilegio per pochi.



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