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Corea del Nord, fermato cittadino statunitense: “Partecipò alla guerra”

Merril Newman è accusato dal regime di Pyongyang di aver violato la dignità e la sovranità del paese, e di aver calunniato il regime socialista. Come prova, una confessione di seicento parole in un inglese stentato


Una confessione di circa seicento parole, scritta in un inglese di pessima qualità. Sarebbe questa la prova per il regime di Pyongyang che giustificherebbe l’arresto di Merril Newman, 85enne statunitense, fermato in Corea del Nord con l’accusa di atti ostili contro il regime comunista.
L’uomo, stando a quanto reso noto dalla sua famiglia, è stato bloccato dopo il decollo dall’aeroporto della capitale coreana, al termine di un tour di dieci giorni nel paese dell’Estremo Oriente.
A comunicare l’avvenuto arresto è stata l’agenzia di stampa nordcoreana, Kcna, che ha spiegato come Newman si trovava in Corea del Nord, facendosi passare come un normale turista. In seguito all’arresto e agli interrogatori, Newman avrebbe ammesso tutti i presunti crimini che avrebbe commesso 60 anni fa, quando partecipà alla guerra in Corea. Tra le accuse rivolte all’anziano statunitense, quella di aver violato la dignità e la sovranità del Paese e anche la calunnia ai danni del sistema socialista nordcoreano.
Sulla vicenda si è espresso il segretario di stato statunitense John Kerry che ha dichiarato: “Penso che questo è ovviamente uno di quei momenti in cui la Corea del Nord ha bisogno di capire verso quale direzione dove si sta muovendo, riconoscendo agli Stati Uniti d’America un comportamento di nom belligeranza“. Kerry ha poi aggiunto che il governo americano è seriamente intenzionato a percorrere il cammino verso la denuclearizzazione della Corea del Nord, mettendo fine anche a queste azioni provocatorie da parte del governo di Pyongyang.

 

 



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