Attualità Italiana

Rai in rosso per il Festival di Sanremo: ecco quanto ci costa

Un bilancio in rosso di 20,1 milioni di euro. Il Festival di Sanremo ci è costato tra il 2010 e il 2012 circa 1,34 milioni al giorno per sole 15 puntate


Da una relazione della magistratura contabile della Corte dei Conti è emerso che tra il 2010 e il 2012 la Rai ha perso ben 20,1 milioni di euro. Sul patibolo le edizioni condotte da Antonella Clerici e da Gianni Morandi.

Una serie di rossi impressionanti – La Corte dei Conti ha sottolineato quanto sia deficitario il trend di Via Mazzini, costi che seppur in flessione, sono nettamente superiori ai ricavi pubblicitari, con riflessi chiaramente negativi sul Mol aziendale: 7,8 milioni di perdite nel 2010, 7,5 milioni nel 2011, 4,8 nel 2012, per un complessivo di 20,1 milioni di rosso in sole 15 puntate dell’edizione di Sanremo.

Serve più rigore – È questo il monito lanciato dalla magistratura contabile. Basta sprechi, ci vuole “una razionalizzazione dei costi”. Ammonimenti che a quanto pare sono sempre caduti nel vuoto. Basti pensare che il miglioramento del trend avvenuto negli ultimi due anni è imputabile in gran misura alla negoziazione con il Comune di Sanremo che pur di non perdere il Festival della canzone italiana, ha offerto uno sconto di 2 milioni l’anno alla Rai. Grazie a questo intervento il costo della convenzione è sceso dai 9 milioni annui per il triennio 2009-2011 agli attuali 7 milioni (dal 2015 al 2017 costerà 5 milioni). Un risparmio che però non è stato seguito da una maggiore attenzione ai costi e soprattutto non si è fatto alcun taglio alle spese di produzione.

Addirittura le spese sono aumentate di 200.000 euro l’anno e nel mirino della Corte dei Conti sono finite le spese per l’Orchestra, ma soprattutto quelle per il cast. Gli ingaggi a conduttori e ospiti sono la nota dolente del bilancio. Che dire dal milione di euro a Bonolis nel 2009? E dei 500.000 euro per la Clerici nell’anno successivo? Nel 2011 inoltre, con Gianni Morandi, le spese aumentarono del 2,8% rispetto al 2010 e a pesare maggiormente erano stati i costi per le “risorse artistico autorali”. In parole povere per i co-conduttori/cast fisso. Circa 743 mila euro in più rispetto agli anni passati. Nel 2012, infine, si parlò, seppur mai ufficialmente, di un cachet da 800 mila euro per Morandi, mentre 700 mila andarono a Celentano (tutti devoluti in beneficenza, ma comunque spesi).

Di fatti, dal 2012 sono stati fatti diversi passi avanti ed oggi le cose sembrano essere indirizzate su un binario più rigoroso: “I costi del Festival sono stati già coperti da alcune settimane grazie a pubblicità e sponsor – spiega Giancarlo Leone, direttore di Rai 1 dal novembre del 2012 -, a oggi il Festival è a costo zero, forse a fine rassegna potremo dire che ha prodotto anche degli utili. Come l’anno scorso il costo totale, comprensivo dei 7 milioni della convenzione con il Comune di Sanremo, è di 18 milioni”. “Il Festival rientra tra i programmi per cui è previsto il finanziamento dal canone – sottolinea Leone -, quindi è improprio parlare di saldo negativo. Sanremo poi è un fiore all’occhiello, dà visibilità all’azienda, illumina e accende una rete: era considerato il costo fisiologico per un importante avvenimento televisivo che è nell’immaginario collettivo e serve da volano anche per promuovere altri programmi Rai”.

Probabilmente è così ma per ribaltare la situazione, non riuscendo in alcun modo a tagliare la spesa, servirebbe un costante aumento della pubblicità. Cosa assai complicata. In tempo di crisi, l’attenzione ai costi è doverosa. Vedremo quali risultati otterrà il Fazio ter.



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