Attualità Italiana

Acqua avvelenata in Abruzzo: il dossier choc

Per anni in Abruzzo gran parte della popolazione ha bevuto acqua contaminata da scarichi tossici: il dossier choc rivela quello che potrebbe diventare lo scandalo ecologico più grave degli ultimi anni


L’acqua che serve mezzo Abruzzo è stata avvelenata per anni: la notizia ha fatto scoppiare lo scandalo ecologico più grosso d’Europa. Le prime denunce risalgono al 2004 (anno in cui vennero fatte le analisi dell’Arta) ma solo tre ani dopo i pozzi Sant’Angelo colmi di cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile, tricloroetilene, cloruro di ammonio e altre sostanze tossiche nella zona di Bussi sul Tirino sono stati chiusi.

Ma fino ad allora almeno 700 mila persone hanno bevuto acqua contaminata. Non solo dimore private: da quella fonte si sono serviti ospedali e scuole. Perché gli enti pubblici, consapevoli dei pericoli, hanno impiegato tre anni per chiudere i pozzi? Nel 2004 l’Istituto superiore di sanità aveva confermato che quell’acqua non era adatta al consumo umano. Eppure l’ISS punta il dito contro la “mancanza di informazione che ha pregiudicato la possibilità di effettuare in tempo trattamenti adeguati alla rimozione delle sostanze tossiche”.

I dati sono forniti dal dossier dell’Istituto superiore della sanità: 70 pagine da brivido che contengono numeri spaventosi. In un’area di circa 25 ettari sono stati sotterrati negli anni 250mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali dell’ex Polo chimico Montecatini Edison. Si parla di un danno per l’ambiente pari a 8 miliardi e mezzo. Gli abruzzesi ora chiedono giustizia e pretendono la bonifica. Un intervento, quest’ultimo, che costerà 600 milioni. A richiedere la relazione è stata l’avvocatura dello Stato che difende il ministero dell’Ambiente, che si è costituito parte civile nel processo in Corte d’Assise che si sta svolgendo a Chieti. Per il disastro ambientale sono ad oggi indagate più di 20 persone (per la maggioranza dirigenti Montedison). Su di loro gravano le accuse di avvelenamento delle acque, disastro doloso, commercio di sostanze contraffatte e adulterate, delitti colposi contro la salute pubblica, truffa.

A Pescara si è attivato il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua, che insieme al Wwf aveva avviato le indagini della forestale sulla megadiscarica.



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