La frase “non hai le palle” diventa un reato
Dici "non hai le palle" a qualcuno? Sarai punito perchè è reato soprattutto se l'espressione viene usata sul posto di lavoro
Siamo in estate e cerchiamo sempre degli argomenti più leggeri di cui parlare ma la notizia che vi stiamo per dare non solo è molto bizzarra ma è reale. Quante volte vi è capitato di dire a un nostro amico o a un nostro familiare la frase “non hai le palle”? Sicuramente molto spesso; bene dopo la sentenza di oggi a Taranto, che creerà un precedente, bisognerà stare molto attenti prima di utilizzare questa espressione. Dire “non hai le palle” è infatti un reato e risulta quindi essere non solo un’offesa ma anche un atto punibile. In particolare, la frase sarà considerato reato se detta sul posto di lavoro. Il primo a pagare un giudice di pace di Taranto che aveva usato questa espressione nei confronti di un suo cugino avvocato proprio durante una discussione in tribunale. Dopo la sentenza di oggi sicuramente userà la frase molto meno o magari mai più!
Si è arrivati in cassazione per questa sentenza, in precedenza infatti il giudice era stato assolto. Suo cugino, un avvocato, si era però impuntato e aveva continuato il suo percorso contro la frase. Non è infatti la frase “non mi rompere le palle” in questione ma il fatto di dire “tu non hai le palle” e mettere quindi in dubbio la virilità dell’uomo interpellato.
Ecco la sentenza della Quinta sezione penale della Suprema Corte che ha affermato: “a parte la volgarità dei termini utilizzati, l’espressione ha una indubbia valenza ingiuriosa, atteso che con essa si vuole insinuare non solo, e non tanto, la mancanza di virilità del destinatario, ma la sua debolezza di carattere, la mancanza di determinazione, di competenza e di coerenza, virtù che, a torto o ragione, continuano ad essere individuate come connotative del genere maschile”. Nel caso specifico poi, essendo stata usata in un contesto di lavoro e quindi udibile da altre persone, la gravità dell’affermazione risulta essere ancora più grave.