Attualità Italiana

La morte di Aurora Livoli a Milano è giallo: si cerca un misterioso ragazzo che forse era con lei

Si indaga ancora per capire che cosa è successo alla giovane ritrovata morta a Milano ma da ieri ha un nome. E' Aurora Livoli, era scomparsa da novembre

aurora livoli

Cinquantasei giorni lontana da casa. Poi il silenzio, le immagini di una telecamera nella notte e, infine, il riconoscimento più doloroso: quello di un padre davanti alla foto del corpo senza vita della figlia. La vicenda di Aurora Livoli, 19 anni, scomparsa il 4 novembre da Monte San Biagio, in provincia di Latina, si è trasformata nelle ultime ore in uno dei casi più drammatici di cronaca nera a Milano.

La ragazza si era allontanata volontariamente dalla famiglia, ma col passare delle settimane la preoccupazione era cresciuta. L’ultimo contatto con i genitori risaliva al 26 novembre. Da quel momento il telefono era rimasto muto. Il 10 dicembre, davanti ai carabinieri di Fondi, i familiari avevano formalizzato la denuncia di scomparsa, spiegando di temere che Aurora frequentasse “brutte compagnie” e ipotizzando che potesse trovarsi a Milano.

Aurora Livoli morta a Milano: le immagini che confermano i sospetti

I timori si sono trasformati in un incubo quando la Procura e i Carabinieri hanno diffuso due frame estratti dalle telecamere di sorveglianza di via privata Paruta, a pochi passi da via Padova, nella periferia nord-est di Milano. Nelle immagini si vede una giovane camminare di notte lungo il marciapiede, stretta tra una recinzione e una fila di auto parcheggiate.

È bastato quello per far scattare il riconoscimento. Il padre di Aurora, dopo aver visto i fotogrammi online, si è precipitato in caserma: «Quella è Aurora». La conferma definitiva è arrivata quando gli investigatori hanno mostrato ai genitori l’immagine del cadavere rinvenuto all’alba di lunedì nel cortile di un complesso residenziale proprio in via Paruta a Milano.

Un corpo che racconta una possibile aggressione

Il corpo della 19enne era disteso su un vialetto che costeggia la prima palazzina sulla destra del cortile. Era seminudo: senza intimo e senza calze, con alcuni indumenti – maglione, calze e biancheria – trovati accanto, come se fosse stata rivestita in fretta. Sul volto e sul collo erano evidenti ecchimosi che, secondo il medico legale, potrebbero essere compatibili con i segni di un’aggressione mortale, forse causata da mani strette attorno al collo.

La certezza sulle cause del decesso è attesa dall’autopsia, prevista all’istituto di Medicina legale, insieme agli accertamenti per verificare l’eventuale presenza di violenza sessuale. Solo gli esami chiariranno se Aurora sia morta nel cortile o se, invece, il corpo sia stato spostato dopo la morte.

Il mistero del ragazzo ripreso con lei

Un elemento chiave dell’inchiesta è rappresentato dal giovane che appare nelle stesse immagini di videosorveglianza. Nelle riprese si vede Aurora camminare apparentemente tranquilla, seguita a breve distanza da un ragazzo molto magro, con capelli ricci, più alto di lei di almeno venti centimetri e con un giubbotto scuro. È lei, in apparenza, a guidarlo verso il cortile interno. Pochi secondi dopo i due scompaiono dalle inquadrature. Più tardi, però, il ragazzo esce da solo.

Per gli investigatori si tratta di una figura cruciale. L’identificazione del giovane potrebbe essere questione di ore e rappresentare la svolta decisiva dell’indagine coordinata dal pm Antonio Pansa, con il supporto dei carabinieri della compagnia Porta Monforte e del Nucleo investigativo.

Il luogo del ritrovamento lascia aperti scenari inquietanti. Quel piccolo vialetto è descritto dai residenti come un’area dove, non di rado, venivano trovate persone estranee appartarsi. Ma la disposizione degli abiti e le condizioni del corpo fanno ipotizzare anche un’altra possibilità: che la morte sia avvenuta all’interno di un appartamento e che la ragazza sia stata poi abbandonata nel cortile nel tentativo di cancellare le tracce.

Nei condomini tra via Paruta e via Padova, però, nessuno afferma di aver mai visto Aurora. Un dettaglio che rende ancora più fitto il mistero e che spinge gli inquirenti a scavare nella rete di conoscenze della giovane.

Gli ultimi contatti di Aurora Livoli e la pista milanese

Ora l’attenzione degli investigatori è concentrata sui tabulati telefonici e sugli ultimi contatti di Aurora. Non era la prima volta che la 19enne si trovava a Milano. In passato aveva già frequentato la città e, secondo quanto emerso, qui avrebbe avuto amicizie “di strada”: ragazzi con storie di disagio giovanile e problemi caratteriali, che potrebbero averla ospitata anche nelle ultime settimane.

Nella notte sono state sentite diverse persone, nel tentativo di ricostruire gli spostamenti di Aurora e le ore precedenti alla morte. Tassello dopo tassello, il quadro inizia a delinearsi, ma restano ancora molte ombre.

La certezza, per ora, è solo una: Aurora Livoli non è più una ragazza scomparsa, ma una giovane vittima su cui pesa il sospetto di una morte violenta. Le prossime ore saranno decisive. L’autopsia, l’identificazione del ragazzo ripreso con lei e l’analisi dei suoi contatti potrebbero portare presto a una svolta.

Una svolta attesa non solo dagli investigatori, ma soprattutto da una famiglia che, dopo 56 giorni di silenzio e speranza, chiede ora una sola cosa: la verità.

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