Attualità Italiana

Bossetti si dice innocente, sui leggings di Yara tracce del furgone

Le ultime novità sulle indagini per la morte di Yara Gambirasio in vista del processo: ritrovate sui suoi leggings delle tracce che rimandano a Massimo Giuseppe Bossetti


Massimo Giuseppe Bossetti continua a proclamarsi innocente e dal carcere scrivere delle lettere per chiedere che l’attenzione intorno al suo caso resti ma che si affronti in modo equo questa situazione. I suoi legali continuano a ricordarci che non ci sono prove sufficienti per dimostrare che Bossetti abbia ucciso Yara. Ne chiedono la scarcerazione ma i giudici dicono di no. E oggi, dopo aver tanto parlato del dna mitocondriale e di quello nucleare si parla di altro. Indiscrezioni, non confermate che restano quindi tali, almeno per ora. Sui leggings di Yara Gambirasio ci sarebbero delle tracce, delle tracce che porterebbero dritti a Massimo Giuseppe Bossetti. Tracce che rimandano al furgone in uso dal muratore di Mapello. 

Secondo il quotidiano La Stampa, che ha lanciato l’indiscrezione, i test scientifici avrebbero dimostrato che i fili di stoffa rinvenuti sulla parte esterna dei leggings della ragazzina appartenevano proprio al tessuto delle poltroncine dell’Iveco Daily di Bossetti. Il Dna del muratore trovato su gli indumenti della ragazzina, dunque, non sarebbe l’unica prova a carico di Bossetti: ora anche tracce non organiche confermerebbero le accuse. Ma ricordiamo che si tratta solo di una indiscrezione giornalistica che deve essere quindi confermata.

Da tempo però ribadiamo che gli inquirenti prima di arrivare all’arresto di un uomo che ha una moglie e tre figli ha raccolto più prove. E il fatto che non ci si sbilanci prima del processo non vuol davvero dire nulla. Bisognerà attendere i giorni in cui tutte le prove, e non le indiscrezioni, verranno presentate nelle giuste sedi. Da quel momento si potrà parlare con qualcosa di concreto in mano.

FIKRI CHIEDE IL RISARCIMENTO- E nel frattempo Fikri chiede quello che gli spetta per esser stato accusato ingiustamente; il marocchino ha il diritto di ricevere l’indennizzo per ingiusta detenzione e i danni morali per essere stato indicato come il killer di Yara Gambirasio: 1.200 euro per i tre giorni di custodia cautelare, 8 mila per i danni morali e 580 euro per spese sostenute in diretta dipendenza della carcerazione.



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