Attualità Italiana

Augusto Bernardi ucciso a Torino per una sigaretta: l’assassino confessa, aveva assunto crack

Un uomo di 56 anni è stato ucciso a Torino questa mattina all'alba. Fermato il suo assassino, che l'ha ammazzato per una sigaretta

omicidio torino

Morire per una sigaretta, uccidere per una sigaretta. E’ possibile ed è successo poche ore fa a Torino. Ora emergono i dettagli di quanto accaduto all’alba. L’omicidio si è consumato in piazza della Vittoria angolo via Villar a Torino verso le 4,30 di questa notte. Un uomo di 56 anni, Augusto Bernardi, abitante in via Baracca 26, è stato massacrato a pugni da un ventenne, Francesco Lo Manto, immediatamente fermato dalla polizia. Non è stato difficile capire quello che era successo, più assurdo comprendere i motivi di un gesto assurdo. Secondo quanto è emerso infatti, i due avrebbero litigato per futili motivi, ma sembra che l’aggressore in quel momento fosse in preda ai fumi del crack. Almeno questo è emerso anche dalle sue parole che oggi pomeriggio, campeggiano sulle prime pagine di tutti i siti e i quotidiani che raccontano fatti di cronaca. Gli inquilini dei palazzi circostanti hanno chiamato le forze dell’ordine.

Le prime parole dell’assassino

 «Ho ammazzato una persona, mi sono rovinato la vita». Sarebbero state queste le prime parole del ventenne una volta resosi conto di quello che era successo. In lacrime, secondo quanto emerge, in questura, il ragazzo avrebbe confessato l’omicidio, raccontando di aver assunto della droga prima di scendere in strada, dove ha poi compiuto l’assassinio. Secondo il racconto – molto confuso e ancora da verificare – del giovane lui si trovava sul balcone quando la vittima, che era in strada, gli ha chiesto una sigaretta. Lui sarebbe sceso in ciabatte, ma racconta che Bernardi avrebbe provato a impossessarsi dell’intero pacchetto e anche del cellulare.

La polizia ha iniziato immediatamente a fare controlli nel palazzo che si affaccia sulla piazza dove abita il ragazzo, in un alloggio popolare al quarto piano di via Villar. Ma anche in quello della vittima: nella cantina di quest’ultimo è stato rinvenuto un misterioso zaino nero che sembra essere stato messo lì poche ore prima.

Secondo Sara, una vicina dell’assassino, «sembrava inizialmente che i due si fossero incontrati per sbaglio e che la vittima gli avesse rubato il telefono. Poi però quando sono arrivati i soccorsi si parlava di sigarette».

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