Attualità Italiana

Marzia non era invisibile, lo è diventata: paura e silenzio. Così è morta e lo abbiamo permesso

E' drammatica la storia di Marzia Capezzuti: cosa abbiamo fatto davvero per lei? Umiliata, uccisa, trattata come un rifiuto

marzia capezzuti

Marzia non doveva morire. Per Marzia in tanti si erano mossi, nonostante la paura. La storia di questa giovane ragazza non è una storia di omertà, perchè o vicini di casa, hanno fatto il possibile, nel limite delle loro possibilità per aiutarla. Le davano da mangiare quando la vedevano passare, le davano da vestirsi. E hanno anche chiesto aiuto. Si sono rivolti a una associazione che a sua volta ha denunciato tutto e non era tardi, perchè Marzia, era viva quando i vicini di casa della donna che è oggi accusata di averla uccisa, hanno cercato di salvarla. Marzia non era invisibile ma in qualche modo lo è diventata. Perchè qualcuno avrebbe potuto portarla via da quel carcere. Un posto in cui veniva picchiata, forse violentata, maltrattata, umiliata. Non c’è ancora la prova del dna ma non ci sono molti dubbi sul fatto che siano di Marzia, i poveri resti ritrovati nel casolare, a pochi chilometri dalla casa di Pontecagnano, diventata la sua prigione. Non si sono presi la briga neppure di scavare una fossa, di occultarlo quel povero corpo, di metterci sopra qualcosa. Nulla. Marzia è stata gettata lì, come un rifiuto. Aveva ancora addosso il pannolone. Lo raccontano i vicini di casa: veniva picchiata così forte da non riuscire più neppure a trattenere i suoi bisogni. Ma la sua presenza in casa era necessaria: quella pensione da 1200 euro, che veniva regolarmente ritirata, è stata quasi certamente, la sua condanna.

L’incubo di Marzia finisce quando qualcuno decide di spezzare la sua giovane vita. E forse per lei, quel giorno, è anche una liberazione. Il 7 marzo è l’ultima volta in cui i vicini la vedono uscire di casa: è insieme alla donna che la sta ospitando, al marito e al figlio minore. Oggi sono tutti indagati, per sequestro, e i 4 per omicidio, nella stessa famiglia. Negano di esser stati coinvolti, negano di aver fatto del male a Marzia ma non danno altre spiegazioni. Raccontano che Marzia è andata via, come aveva già fatto in passato.

Non ci spiegano però come mai Marzia aveva il volto ricoperto di lividi. Non si aspettavano forse di vedere in tv e sui giornali le immagini scattate dai vicini di casa che aiutavano la ragazza, le immagini delle telecamere. Il padre di Marzia, commentando quei frame a Chi l’ha visto ne parla come di “una larva umana”. E’ spezzata Marzia, nel suo animo, nella sua dignità. Era una ragazza fragile si, ma ha certamente capito quanto male le stessero facendo. Non aveva gli strumenti per andare via, per chiedere aiuto in modo definitivo. Forse pensava che quelle persone le volessero davvero bene. Mai una parola contro di loro al telefono, mai un tentativo di fuga spiegano i vicini che avrebbero voluto portarla via ma lei aveva paura di essere ritrovata e poi uccisa.

Cosa abbiamo fatto per Marzia Capezzuti?

A questa domanda bisognerà dare una risposta, viste le denunce, visto che qualcuno aveva chiesto che Marzia fosse aiutata. Visto che in quella casa c’erano dei minori, un ragazzo agli arresti domiciliari. Come è stato possibile permettere tutto questo? E fa male purtroppo sentire anche le parole dei genitori di Marzia, che hanno peccato di grande ingenuità pensando che la loro ragazza fragile e generosa, stesse bene. In una telefonata fatta sentire ieri nella trasmissione Chi l’ha visto, la madre della ragazza parlando con il suo ex marito si dice “felice” nel sapere che Marzia è rientrata a casa della signora in questione. “Almeno non sta più per strada” commenta la donna. Non immaginavano che quella casa per Marzia, era un lager. Si fidavano, non è dato sapere per quale motivo, di una donna che non avevano mai visto. Di una donna che aveva persino accusato Marzia di averle rubato l’oro. L’aveva accusata anche di aver violentato il suo ragazzo, un figlio di 15 anni. Lo stesso ragazzo che oggi, maggiorenne, è accusato di aver maltrattato Marzia e di aver in qualche modo concorso nel suo omicidio.

Per Marzia abbiamo fatto ben poco. Per Marzia ci si è mossi tardi. Per Marzia si sarebbe potuto fare molto di più.

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