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Elezioni in Spagna, continuano le proteste degli “indignados”

35 milioni di spagnoli sono chiamati oggi a rinnovare i consigli comunali, oltre a cambiare anche circa 800 deputati di regione. Per i socialisti che sono al potere, sono previste cocenti sconfitte, grazie alla loro politica. La Spagna sta affrontando una crisi disastrosa e dura, tra disoccupazione giovanile che è arrivata al 40%, crisi economica […]


35 milioni di spagnoli sono chiamati oggi a rinnovare i consigli comunali, oltre a cambiare anche circa 800 deputati di regione. Per i socialisti che sono al potere, sono previste cocenti sconfitte, grazie alla loro politica. La Spagna sta affrontando una crisi disastrosa e dura, tra disoccupazione giovanile che è arrivata al 40%, crisi economica e continue proteste sociali.

La tensione che si sente in tutto il paese lascia i cittadini in continuo stato di emergenza.

Chi invece ha preso in mano la situazione delle proteste, sono i giovani disoccupati che, organizzatisi in modo spontaneo, attraverso un tam tam su Internet, si sono dati appuntamento nelle strade e nelle piazze della Spagna.  Gli Indignados, come si sono chiamati i giovani della Spagna, hanno sfidato il divieto delle forze dell’ordine di non manifestare. Nella capitale Madrid i giovani hanno costituito una vera e propria tendopoli sulla Puerta del Sol e continuano a chiedere più democrazia, lavoro per i giovani. Il movimento degli indignados è molto simile al popolo viola che ha invaso da alcuni anni la piazza italiana e che si è poi tramutato nel Movimento cinque stelle. Infatti i giovani che protestano hanno avuto l’appoggio, anche se in questo caso morale, di Beppe Grillo.

Sicuramente lo scenario dell’Europa sta cambiando e non poco. Le continue crisi finanziarie che stanno colpendo i paesi europei più deboli, quali Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna, hanno provocato un grande terremoto nell’economia e per far fronte alla crisi, tagli e risparmi, vengono fatti sempre sulla pelle delle persone più deboli. Infatti i tagli vanno a toccare la sanità e il sociale.

Inesistente è poi la crescita finanziaria. Ma i giovani spagnoli sanno bene a chi dare le colpe di tutta la situazione economica, come è stato poi provato. Nel loro mirino ci sono le banche che ormai sembrano detenere il potere non solo economico di una nazione, ma anche quello politico.

Chi segue la protesta, pensa che i giovani non possano cambiare la situazione attuale e nemmeno quella sociale, sembrano rassegnati a sottostare a queste leggi di mercato.

Eppure i giovani dai 18 ai 30 anni, che stanno in piazza, indignati per l’incapacità del Governo e dei partiti, di risollevare le sorti del paese e di venire incontro a chi ha realmente bisogno, continuano a credere in un cambiamento.

Teresa Corrado



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