Dal Mondo

Stupratore crocefisso e appeso ad un cartello stradale

In Messico un ragazzo di 24 anni è stato sequestrato, torturato, castrato, ucciso e crocefisso. Era accusato di violenza sessuale. Appeso poi ad un cartello stradale il messaggio è chiaro.


In Messico un uomo accusato di stupro è stato crocefisso e appeso ad un cartello stradale in modo che tutti potessero vederlo e fare attenzione a non fare lo stesso o simili errori.

Umano pensare di farsi giustizia da soli contro omicidi, violenze sessuali e tutti gli altri reati che suscitano una tale rabbia da far quasi perdere la ragione, anche quando il reato non ci tocca da vicino ma lo sentiamo addosso come insopportabile. Per fortuna esistono i processi nei tribunali veri, con veri giudici che consentono a tutti, anche al più orribile degli uomini, di difendersi.

Ma non ha avuto neanche il tempo di provare a difendersi un ragazzo di 24 anni, Eladio Martinez Cruz, per lui la sentenza è stata quasi immediata e definitiva. Accusato di avere violentato una donna non ha avuto via di scampo.

Era stato denunciato per avere violentato una donna. Il reato risalirebbe al 3 agosto e sarebbe avvenuto all’uscita dalla fabbrica dove la donna lavorava. E’ stata la presunta vittima a segnalare l’uomo alla polizia. Il condizionale è d’obbligo considerando che la polizia stava ancora eseguendo le indagini sul caso.

Ieri  Eladio Martinez Cruz si era sottoposto ad un esame medico richiesto dalla magistratura. Molto probabilmente il ragazzo era colpevole e la giustizia al di là di ogni legalità è scattata proprio dopo questo esame.

Lo stupratore è stato sequestrato, torturato, castrato e ucciso. Poi il suo corpo è stato crocefisso appeso ad un cartello stradale nella località Contepec, fra lo stato Michiocan e il Distretto Federale messicano. Appeso al collo aveva una scritta minatoria: “Questo mi è successo perché sono uno stupratore e la stessa cosa succederà a tutti i pettegoli, delatori e traditori. Sappiatelo, questo non è un gioco”.

La sequenza di ciò che è accaduto fa credere alle autorità che si tratti di un’azione ad opera di una banda di narcotrafficanti, soliti utilizzare i cadaveri delle loro vittime per diffondere avvertimenti e minacce.



Seguici

Seguici su

Google News Logo


Ricevi le nostre notizie da Google News

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.