Dal Mondo

Pakistan: bambine sparate perché vogliono studiare

In Pakistan le donne non dovrebbero studiare: è per questo che le bambine vengono sparate, come Malala Yousufzai, colpita al collo e alla testa.


Ci sono delle cose che a noi possono sembrare stranissime, perché nel nostro Paese sono cose che diamo per scontato. Quanto ci sembra normale, per esempio, accompagnare la nostra bambina a scuola, andarla a riprendere, comprarle diario, zaino e libri? Ci sembra talmente normale e scontato che a volte nemmeno ci pensiamo più di tanto. Non pensiamo di essere in un Paese che, per fortuna, riserva a tutti i bambini il diritto all’istruzione. Non ci pensiamo, ma è così, e dobbiamo ringraziare il cielo perché non funziona in tutto il mondo allo stesso modo. Non funziona così per esempio in Pakistan dove, se le bambine desiderano studiare, imparare a leggere e scrivere, o sognano magari di fare il dottore, vengono punite, vengono sparate. Ecco una storia triste, che viene dal Pakistan, e che ci racconta un mondo vero, fatto di arretratezza e di codici culturali che hanno radici locali più forti delle stesse regole islamiche.

Malala Yousufzai, ha ricevuto il premio per la pace conferito dalla  KidsRights Foundation nel 2011. Lei vive in Mingora, nello Swat, Pakistan Nord-Occidentale. È stata colpita da un uomo armato mentre tornava a casa da scuola insieme ad una sua compagna di scuola. Da subito le condizioni della giovane sembrano gravi: era stata colpita, sparata senza pietà, al collo e alla testa. Un elicottero l’ha trasportata d’urgenza all’ospedale militare di Peshawar. Il motivo di tutto questo? Le donne non possono, non devono studiare. La giovane Malala aveva acquisito notorietà internazionale quando nel 2009, tredicenne, ha alimentato un diario afghano per il canale in urdu della Bbc, raccontando la vita sotto i talebani protetta dallo pseudonimo di Gul Makai. Ma non solo. Probabilmente Malala Yousufzai ha attirato su di sé l’ira dei suoi connazionali, che credono che l’offerta educativa per i bambini pakistani si debba limitare alle madrasse, anche perché era attiva nel promuovere il diritto allo studio per i suoi coetanei.

 



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