Economia

Rating Italia: il taglio dell’outlook provoca la dèbacle della Borsa

Standard & Poor’s, la famosa agenzia di rating che dà i “voti” alla stabilità ed affidabilità finanziaria delle nazioni nel loro complesso (oltre che di tutti i titoli finanziari quotati) ha tagliato il suo rating sull’Italia, il cui outlook è passato da “stabile” a “negativo”.  Si tratta di una notizia finanziaria molto grave, perchè conferma […]


Standard & Poor’s, la famosa agenzia di rating che dà i “voti” alla stabilità ed affidabilità finanziaria delle nazioni nel loro complesso (oltre che di tutti i titoli finanziari quotati) ha tagliato il suo rating sull’Italia, il cui outlook è passato da “stabile” a “negativo”.  Si tratta di una notizia finanziaria molto grave, perchè conferma i sospetti che molti, sia qui che all’estero, nutrono sull’Italia.  La risposta della borsa italiana è stata immediata ed in questo momento sta perdendo più del 3%. Questo provvedimento cozza clamorosamente con le continue dichiarazioni di Tremonti, che da molto tempo va rassicurando tutti (e talvolta anche suscitando non poche perplessità) sulla tenuta dei conti italiani che sono, a suo dire, tra i più stabili d’Europa. Nello stesso tempo, si tratta anche di una sonora bocciatura all’intera politica economica del ministro in questione, che aveva sempre posto una particolare attenzione all’equilibrio dei conti, anzichè agli investimenti ed a provvedimenti urgenti per la ripresa dell’occupazione, da noi clamorosamente ferma. Certo, i catastrofismi sono fuori luogo, anche perchè tutti abbiamo l’interesse a non drammatizzare: si sa che, in economia, la fiducia (e quindi la psicologia) è tutto.

Però si tratta di un preoccupante scivolone. Oggi comunque sta pesando anche la distribuzione dei dividendi di molte azioni, che, generalmente, da sola , produce un calo intorno all’1% o anche di più. Da molte parti si era sollecitato più coraggio nel fare le riforme, in primo luogo proprio dalle Associazioni degli Industriali, tradizionalmente non certo ostili al centrodestra. Si era subito capito che, proprio il fatto che levassero la loro autorevole voce per giudicare insufficiente l’azione del Governo, era un segnale importante, e certamente non casuale. Ma qualcuno, tuttavia, aveva fatto finta di non sentire, ribadendo ed anzi rilanciando la tesi sulla bontà della nostra politica economica. E, per la cronaca, nemmeno con i dati di oggi si sta scomponendo più di tanto.



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