Economia

Riforma Pensioni ultime notizie, tramonta la Quota 41: lavoratori precoci ko

Riforma Pensioni ancora in alto mare: la Quota 41 ormai è tramontata e per Cesare Damiano e i lavoratori precoci si tratta di una sconfitta. Ecco le ultime news pensioni con gli aggiornamenti del 1° ottobre...

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Ottobre si apre sotto i peggiori auspici per i lavoratori precoci: sembra essere definitivamente tramontata la tanto chiacchierata Quota 41 proposta da Cesare Damiano per la Riforma Pensioni, agli inizi di questa estate. Il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera aveva individuato in questa soluzione la meno dannosa per tutti coloro che attendono di andare in pensione, dopo avere accumulato più di quarant’anni di contributi. Ma il Governo Renzi sembra essere determinato a seguire altre direzioni, per una manovra decisamente meno pesante per le casse dello Stato (ma molto più svantaggiosa per i lavoratori). Ecco nel dettaglio le ultime news pensioni con gli aggiornamenti datati 1° ottobre 2015, ecco le ultime notizie.

ULTIME NOTIZIE RIFORMA PENSIONI-La Quota 41 essenzialmente proponeva questo: andare in pensione dopo 41 anni di contributi senza alcuna penalizzazione e indipendentemente dall’età. Troppo facile e troppo poco vantaggioso per il Governo che invece applicherà comunque delle penalizzazioni agli assegni pensionistici di questa categoria di lavoratori che dunque saranno letteralmente beffati: si sono sì pagati la pensione versando contributi di anno in anno ma adesso si trovano costretti a rinunciare ad una parte di quello che spetterebbe loro, se accetteranno di andare in pensione nei prossimi mesi. Il motivo sta tutto in una scriteriata gestione delle finanze pubbliche che costringono adesso lo Stato italiano a correre ai ripari. La tassazione, che mai come in Italia è così alta, non basta: bisogna insomma togliere qualcosa anche ai futuri pensionati, altrimenti non si tira avanti.

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La Legge Fornero attualmente fissa a 42 anni e 6 mesi di lavoro per gli uomini, 41 anni e 6 mesi per le donne, almeno fino al 31 dicembre 2017. Insomma c’è poco da fare, o ci si accontenta di un assegno decurtato o si va ancora avanti a lavorare. Cesare Damiano dichiara la resa, i lavoratori precoci imprecano perché speravano nel suo operato per ottenere quello che sarebbe spettato loro.



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