Economia

Pensione anticipata: Ape social solo per donne allo studio, ultime notizie su opzione donna

Possibili novità all'orizzonte per quello che riguarda la pensione anticipata delle donne con l'Ape Social. Si pensa ad una Ape rosa ma in tanti mettono in guardia sul possibile altolà per discriminazione di genere. Ecco gli ultimi aggiornamenti


Che l’Opzione Donna sia uno degli argomenti in tema di pensioni più in voga negli ultimi tempi non è affatto un segreto. Dopo le manovre sulla pensione anticipata, le rappresentanti del gentil sesso interessate all’Ape Social sono tante. E fintanto che sono in arrivo dei nuovi bonus per le donne lavoratrici più disagiate, il cotanto interesse per l’Opzione Donna sembra più che giustificato e quindi ci sono da attenersi novità continue. Le ultime notizie sulla pensione anticipata per le donne fanno riferimento alla proposta di  creare uno sconto contributivo di due anni. Al giorno d’oggi si tratta soltanto di un progetto, ma anche di una novità. Una di quelle che potrebbe creare scompiglio sulla scrivania di Paolo Gentiloni e di Pier Carlo Padoan, Ministro dell’Economia, includendo nella Riforma Pensioni un’altra condizione favorevole alle lavoratrici.

Un segnale alle donne; uno di quelli necessari per accelerare lo svolgimento delle riforme pensionistiche targate 2017 e per aiutare le lavoratrici colpite dalle riforme previdenziali di vario genere che si sono susseguiti quest’anno cambiando continuatamente le regole pensionistiche. Già ora si pensa di ampliare le condizioni dell’Ape Social, includendo negli aiuti un pubblico femminile più vasto rispetto a quello previsto in primo luogo.

Ape social donne novità

L’Ape Social, un anticipo di pensione di ben 3 anni senza spese per la lavoratrice in uscita, includerà così una maggiore quantità di donne. E si partirà da quelle più in difficoltà sul lavoro. Il ragionamento alla base di questa modifica all’Ape Social è semplice: le lavoratrici hanno, in genere, dei problemi maggiori per quanto concerne i versamenti previdenziali. Pertanto per loro è decisamente più difficile raggiungere gli anni di lavoro utili per andare in pensione, raggiungendo in contempo anche i limiti di età previsti dalla legge.

Considerando che si tende a equilibrare la differenza, – anche quella lavorativa e pensionistica, – tra i sessi, tra pochi anni i limiti di pensionamento delle donne saranno in tutto e per tutto uguali alle condizioni di pensionamento maschile. La scelta d’includere la maggior quantità possibile di donne nella categoria di lavoratori disagiati o impegnati in attività usuranti, quindi, può rivelarsi utile e giusto a lungo medio termine. Questo poiché offre alle persone in difficoltà il diritto di ritirarsi dal mondo del lavoro con un anticipo di 3 anni e 7 mesi. Sempre rispettando alcune condizioni, la più importante delle quali è quella dell’età: anche se si è in difficoltà, difatti, ci si potrà ritirare soltanto se si avrà raggiunto la soglia dei 63 anni e si sia sprovvisti di oneri.

Ape social requisiti nuovi per le donne

Fintanto che la proposta è ancora in discussione, nonché in fase di progettazione, le condizioni sono ancora poco chiare. Tuttavia, è sicuro che l’uscita dal mondo del lavoro potrebbe svolgersi sia con un costo che senza, in modo completamente gratuito. Nel primo caso il costo minimo ci sarebbe in quanto lo sconto contributivo non riuscirebbe a coprire l’intero anticipo, limitandosi, per esempio, a 2 o 3 anni di contributi versati. Il vantaggio che ne deriva è comunque indiscutibile, in quanto offre alle donne interessate la possibilità di abbandonare la loro condizione di disagio.

Opzione donna requisiti attuali

La proposta dell’Ape Social Rosa potrebbe sostituire completamente l’attuale Opzione Donna, una misura prevista dalla legge che permette la pensione anticipata delle donne lavoratrici con almeno 57 anni d’età e un minimo di 35 anni di contributi versati. Al tempo della progettazione dell’Opzione Donna si prevedeva che l’assegno delle lavoratrici in uscita anticipata fosse calcolato con il metodo contributivo, il che creava dei problemi. L’Ape Social, invece, prevede un sistema di calcolo diverso, per molti versi più vantaggioso. Inoltre, chi tutt’oggi dispone di un sistema di calcolo misto, può restare con il metodo più vantaggioso.

Anche per questo si tratta di un’alternativa accolta positivamente dal Comitato Opzione Donna, da tempo impegnato a cercare la trasformazione della misura strettamente sperimentale in una misura a carattere strutturale che possa incidere realmente sulla vita delle persone. Il Comitato Opzione Donna-Social, fondato da Orietta Armiliato, si è dimostrata a favore dell’Ape Social nella sua nuova concezione, in cui l’assegno verrà calcolato con il sistema misto e non con quello contributivo.

Il progetto, stando alle ultime notizie ad oggi 24 agosto, deve superare la fase di esame da parte del Governo, che potrebbe anche bocciare la proposta oppure rimandarla indietro per i dovuti controlli e lavorazioni. La selezione, stando alle parole del Premier stesso, sarà molto dura. Lo spazio per la spesa sarà poco, dedicato quasi completamente ai giovani. Inoltre di fronte alle misure pensionistiche potrebbero porsi le istituzioni europee, anch’essere alquanto selettive, che potrebbero bocciare la proposta. Anche perché nelle varie raccomandazioni date allo Stato Italiano c’è il consiglio di evitare di fare delle differenze di genere nelle misure pensionistiche e previdenziali. Proprio per questo nelle ultime modifiche si cerca uguagliare l’età pensionabile dei lavoratori a quella delle lavoratrici.



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