Economia

Pensioni quota 100 ultime notizie tempi di uscita: chi ci perde

Ci sono delle categorie svantaggiate dalla misura delle pensioni quota 100, soprattutto per quanto riguarda i tempi di uscita dal mondo del lavoro

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Pensioni quota 100 ultime notizie, quali sono i tempi di uscita? Chi ci perde? Con la nuova misura del Governo M5S-Lega, alcune categorie di lavoratori potrebbero essere svantaggiate rispetto ad altre. Si tratta per il momento di ipotesi, in quanto si avranno delle certezze solamente con la Legge di Bilancio 2019. A quanto pare i docenti, il personale Ata, amministrativo, tecnico ed ausiliario, della Scuola, e gli statali, potrebbero “rimanere indietro”. I dipendenti del settore pubblico molto probabilmente avranno delle finestre di uscita anticipata dal lavoro a 6, 9 o 12 mesi, e il tutto è ancora da definire. Facciamo luce dunque sui tempi di uscita dal mondo del lavoro con la misura delle pensioni quota 100.

PENSIONI QUOTA 100 ULTIME NOTIZIE, CHI CI PERDE PER QUANTO RIGUARDA LE FINESTRE E I TEMPI DI USCITA DAL MONDO DEL LAVORO

Ciò che trapela negli ultimi giorni è che ci saranno delle finestre di uscita differenziate per i lavoratori privati e quelli del settore pubblico. I primi potranno uscire dal lavoro con finestre trimestrali, mentre i secondi dovranno aspettare di più. Non si sa ancora quanto, perché si è parlato di finestre di 6, 9 o 12 mesi dalla maturazione dei requisiti. A poterci rimettere sarebbero anche le donne, sia statali che del settore privato. In effetti, al raggiungimento dei 62 anni di età, sono poche coloro che potrebbero avere i 38 anni di contributi richiesti. Per loro è però prevista una misura ad hoc, ovvero l’opzione donna, che è stata prorogata per il 2019.

Anche i lavoratori della scuola sarebbero svantaggiati dalla misura delle pensioni quota 100. Per loro potrebbe essere prevista una finestra annuale ma ancora non sono state definite le modalità di uscita dal mondo del lavoro per il prossimo anno. Stiamo parlando di dirigenti scolastici, docenti e personale Ata. Per loro ci sarebbe una sola finestra nel 2019, quella del 1° settembre. Questi lavoratori ancora non sanno quando dovranno presentare la domanda per la cessazione di servizio. Si tratta di una domanda che precede quella di pensione, e deve essere presentata generalmente entro la seconda settimana di gennaio.

Insomma, c’è ancora confusione su questa misura e i tempi sono molto stretti. Nelle prossime settimane sicuramente si avrà un quadro più chiaro della situazione, quando la misura delle pensioni quota 100 verrà inserita a pieno titolo nella Legge di Bilancio 2019. Per il momento si possono fare solo delle ipotesi sulla base delle indiscrezioni che circolano al riguardo. Ricordiamo comunque che si può accedere a questa misura rispettando due requisiti minimi: aver compiuto 62 anni di età e aver maturato 38 anni di contributi.



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