Economia

Pensioni quota 100 ultime notizie, le risposte ai dubbi degli italiani

Ecco alcune risposte ai dubbi degli italiani sulle pensioni quota 100 ma anche riguardo altre misure per l'uscita dal lavoro con la nuova riforma

pensioni quota 100


Manca poco all’ufficialità delle pensioni quota 100, e in attesa del Decreto Legge in cui sarà contenuta la riforma delle pensioni, gli italiani si pongono alcune domande. Oggi vogliamo dare alcune risposte sulle questioni ancora aperte riguardo questa misura rivoluzionaria. Si potrà andare infatti in pensione prima del previsto e già a 62 anni, purché siano stati maturati 38 anni di contributi. Chi è vicino a questi requisiti minimi, oppure li raggiungerà a breve, si chiede se sia conveniente o meno lasciare prima il lavoro. Ecco alcune risposte ai dubbi degli italiani che aiuteranno a fare chiarezza sulle pensioni quota 100 con le informazioni in nostro possesso.

I DUBBI DEGLI ITALIANI SULLE PENSIONI QUOTA 100, ECCO LE RISPOSTE AI QUESITI PIU’ IMPORTANTI

I REQUISITI E I TEMPI PER ANDARE IN PENSIONE – I requisiti minimi per lasciare il lavoro con la quota 100 sono il compimento dei 62 anni di età e la maturazione di 38 anni di contributi. Per quanto riguarda i tempi, i dipendenti del settore privato potranno lasciare il lavoro con delle finestre trimestrali. Dunque, ad aprile 2019, ci saranno i primi pensionati con questa formula. I dipendenti pubblici, invece, avranno a disposizione finestre di sei mesi dal raggiungimento dei requisiti. I primi pensionati statali con la quota 100, quindi, ci saranno a partire da luglio 2019, e sono coloro che avranno maturato i requisiti entro il 31 marzo.

ASSEGNO RIDOTTO PER CHI LASCIA IL LAVORO PRIMA – L’assegno pensionistico per chi sceglie la quota 100 sarà ridotto in relazione al minor numero di anni di contributi versati. Dunque non ci saranno penalizzazioni anche se si percepirà di meno ma per più tempo.

PACE CONTRIBUTIVA E RISCATTO – I lavoratori che vogliono andare in pensione, potranno colmare gli anni in cui non sono stati versati i contributi a partire dal 1 gennaio 1996. Si potranno colmare massimo 5 anni con 60 versamenti mensili si importo superiore ai 30 euro. Non ci saranno interessi e sanzioni. Il riscatto contributivo potrà essere detratto per il 50% dall’Irpef.

PENSIONE ANTICIPATA E DI VECCHIAIA – Per la pensione anticipata, è stato bloccato l’adeguamento all’età pensionabile. E’ prevista però una finestra di tre mesi che comunque posticiperà la data di uscita dal lavoro. Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, è di 67 anni il requisito anagrafico minimo fino al 31 dicembre 2020.

PROROGATE OPZIONE DONNA E APE SOCIALE – L’opzione donna è stata prorogata. Le donne nate nel 1959 (1958 per le autonome) potranno lasciare il lavoro con 35 anni di contributi versati. L’ape sociale è stata prorogata fino alla fine del 2019.



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