Economia

Pensioni ultime notizie, ecco quali sono le novità su riscatto della laurea e pace contributiva

Con la conversione del decreto in legge, ci sono dei cambiamenti in materia di pensioni che riguardano il riscatto della laurea e la pace contributiva

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Con la conversione del decretone contenente la riforma delle pensioni, arrivano delle importanti novità su riscatto della laurea e pace contributiva. Cosa cambia rispetto al testo originale? L’approvazione del decreto contenente sia la riforma del sistema pensionistico che il reddito di cittadinanza, è avvenuta con 150 sì, 107 no e 7 astenuti. Le modifiche più rilevanti sono state apportate in tema di reddito di cittadinanza, ma ci sono delle novità anche riguardo le pensioni. Scopriamo dunque cosa cambia per quanto riguarda il riscatto della laurea e la pace contributiva.

PENSIONI ULTIME NOTIZIE, COSA CAMBIA PER QUANTO RIGUARDA IL RISCATTO DELLA LAUREA E LA PACE CONTRIBUTIVA CON LA CONVERSIONE DEL DECRETO IN LEGGE

A subire delle modifiche, rispetto a quanto riportato nel decretone, sono le modalità per il riscatto della laurea agevolato. Nella conversione in legge, è stato abbandonato il tetto di 45 anni di età per poter accedere alle agevolazioni. Questo da parte di quei lavoratori che hanno dato inizio alla loro carriera dopo il 1996. Dunque, con il riscatto della laurea agevolato, è possibile riscattare il periodo relativo agli studi universitari con poco più di 5mila euro l’anno. Questo vale però solo per il numero di anni che costituiscono la durata massima del corso di studi e per i periodi che ricadono nel calcolo pensionistico contributivo.

Cosa cambia per quanto riguarda invece la pace contributiva? Questa possibilità consente di riscattare, per il triennio 2019-2021, e in maniera agevolata, dei periodi di discontinuità lavorativa che non sono coperti da contribuzione pensionistica. Tale possibilità è valida per un massimo di 5 anni che non devono essere necessariamente continuativi. Le imprese possono sfruttare tale possibilità come premi per i lavoratori.

L’onere che viene speso per il riscatto di periodi in cui non c’è contribuzione, è detraibile dall’imposta lorda da parte di coloro che sostengono la spesa al 50% in cinque quote annuali costanti e di pari importo. L’importo del riscatto può essere versato dai lavoratori a rate o in un’unica soluzione. Nell’iter di conversione del decreto in legge, le rate sono passate da un massimo di 60 a 120, da versare in 10 anni e non 5.

Il riscatto di questi contributi può essere utile ai fini del pensionamento anticipato. Con la nuova riforma delle pensioni, i lavoratori hanno a disposizione diverse possibilità per lasciare il lavoro prima del previsto. Ci sono le pensioni quota 100, con le quali si può uscire a 62 anni con 38 anni di contributi versati. Con la pensione anticipata gli uomini possono lasciare il posto di lavoro con 42 anni e 10 mesi di contributi e le donne con 41 anni e 10 mesi. C’è poi anche l’opzione donna, per le lavoratrici con 58 anni di età (59 se autonome) e 35 anni di contributi versati.



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