Persone Scomparse

Tre italiani scomparsi in Messico: un mistero che coinvolge la polizia messicana, qual è la verità?

Tre italiani scomparsi in Messico: un mistero che coinvolge la polizia messicana, qual è la verità? Le ultime notizie su questo giallo che arriva da lontano


Che fine hanno fatto i tre italiani scomparsi dal 31 gennaio 2018 in Messico? Le ultime notizie: 33 poliziotti di Tecalitlan, nello Stato di Jalisco, sono finiti sotto inchiesta nell’ambito delle indagini sulla scomparsa dei tre italiani Raffaele Russo, suo figlio Antonio Russo e suo nipote Vincenzo Cimmino,di cui non si hanno notizie dal 31 gennaio. I familiari dei tre italiani scomparsi sono in Italia, solo uno dei figli di Raffaele, Francesco, è ancora in Messico ma ha paura che potrebbe succedere anche a lui qualcosa di male. I parenti dei tre scomparsi non riescono ad avere notizie dalle forze dell’ordine messicane e, non ricevendo nessuna comunicazione da parte della Farnesina, hanno deciso di rivolgersi a tutti i programmi televisivi italiani che possono occuparsi del caso, per fare in modo che l’attenzione resti alta. Tutto è iniziato il 31 gennaio quando Raffaele scompare nel nulla: i suoi tre figli e suo nipote sono molto preoccupati per lui e iniziano a cercarlo. Vincenzo e Antonio si mettono sulle tracce di Raffaele grazie alla localizzazione del Gps della sua macchina mentre Francesco e Daniele, gli altri due figli di Raffaele aspettano a casa, in Messico, che l’uomo ritorni non sapendo che fine abbia fatto. Poi i messaggi vocali dei due ragazzi. Antonio e Vincenzo avvertono i loro cari che la polizia li ha fermati e che adesso li seguiranno per accertamenti. Le voci dei ragazzi sembrano calme, non pare che avvertano in quella situazione del pericolo. Dopo i messaggi vocali però di loro non ci sono più tracce. I due figli di Raffaele si mettono subito in contatto con l’ambasciata italiana e poi, come spiega Daniele nel corso della trasmissione Chi l’ha visto, attendono perchè hanno paura che si possa trattare di un sequestro, per questo non avvisano subito le altre autorità. Quando però si rendono conto che non arrivano telefonate per chiedere un possibile riscatto, chiedono subito anche alle forze dell’ordine messicane un intervento. A quanto pare però le indagini non sono semplici: potrebbero essere utilissime in questo senso le telecamere della pompa di benzina dove Antonio e Vincenzo si erano fermati. I proprietari, raggiunti al telefono dai giornalisti di Chi l’ha visto, fanno sapere che le telecamere erano rotte da due giorni. Sempre grazie al Gps, i due figli di Raffaele che sono rimasti a casa blindati, riescono a trovare l’auto di Vincenzo e Antonio. Era in una strada sterrata, che fine hanno fatto i due giovani napoletani?

DA CHI L’HA VISTO IL VIDEO DELLA TEFONATA DEL GIORNALISTA ERCOLE ROCCHETTI IN MESSICO

“La procura di Guadalajara indugia su dicerie legate agli interessi dei nostri cari in Messico per coprire il loro insuccesso e la situazione di stallo nelle operazioni di ricerca”, denunciano i familiari. “Il procuratore di Guadalajara in Messico è a conoscenza di questo caso fin dal primo giorno e, anziché attivarsi nelle ricerche facendo tesoro delle nostre indicazioni riguardanti il coinvolgimento della polizia locale, continua a concentrarsi sui precedenti di Raffaele Russo, di suo figlio Antonio e di suo nipote Vincenzo Cimmino. Raffaele, siamo costretti a ripeterlo sperando di non doverlo fare più, è solo un ambulante, un ‘magliaro’, non un camorrista e meno che mai un narcotrafficante”. La sorella di Raffaele, la signora Fortuna Russo nel corso della trasmissione Chi l’ha visto ha più volte ribadito che suo fratello ha la fedina penale pulita, che ci sarebbe contro di lui solo un procedimento, in merito al quale però non è stato celebrato nessun processo. Sui media messicani però si legge altro: “En la zona opera el cártel narcotraficante Jalisco Nueva Generación. Sánchez dijo que Russo padre fue detenido hace tres años en el estado de Campeche, en la península de Yucatán, pero no dio más detalles.Por su parte, autoridades se reunieron el martes con diplomáticos italianos para compartir información y ponerlos al tanto de los avances de las investigaciones. El lunes, el secretario general de gobierno de Jalisco, Roberto López, dijo que la Subprocuraduría Especializada en Investigación de Delincuencia Organizada podría atraer el caso.”

Probabilmente proprio in merito alla diffusione di queste notizie, che non corrisponderebbero al vero, la famiglia di Raffaele, di Vincenzo e di Antonio continua a chiedere che le autorità messicane si occupino del caso. E se anche i tre uomini fossero stati arrestati, i loro parenti dovrebbero comunque sapere dove si trovano e dovrebbero essere rassicurati in merito alle loro condizioni di salute. Le notizie che arrivano però dal Messico sono altre e riguardano le forze dell’ordine, la polizia locale. Non c’è traccia della donna che avrebbe risposto al telefono dicendo che stavano arrivando in commissariato proprio due italiani fermati dalla polizia ( si tratterebbe di Vincenzo e Antonio). E pare che 33 poliziotti della municipalità di Tecatlan siano stati trasferiti in altro luogo inoltre, come avrete potuto vedere anche nel corso della trasmissione Chi l’ha visto, sempre dal Messico arrivano notizia in merito alle indagini: il responsabile della polizia di Tecatlan non sarebbe disponibile, nel senso che, le forze dell’ordine che indagano, non riescono a mettersi in contatto con lui per chiedere lumi circa questa misteriosa scomparsa ( Italiani scomparsi in Messico: Sarebbe irreperibile il direttore generale della polizia di Tecalitlán. Lo avrebbe riferito ai media il Segretario Generale del Governo dello stato di #Jalisco (nella foto)#chilhavisto ). 

In merito alle ipotesi fatte anche dai media messicani che parlano di un possibile coinvolgimento di Russo in una guerra tra cartelli, la conduttrice del programma di Rai 3, Federica Sciarelli, chiede anche ai familiari di Raffaele di spiegare che cosa facessero, per lavoro, in Messico. Daniele, che era proprio nello stato di Jaliscono fino ai primi di febbraio, spiega che erano venditori ambulanti. Si muovevano di città in città per vendere generatori, profumi e capi di abbigliamento. 



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