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Caso Roberta Ragusa, anche sua figlia scrive una memoria: “Mio padre è innocente”

Caso Roberta Ragusa, anche sua figlia scrive una memoria: "Mio padre è innocente". La piccola di casa difende Antonio Logli


Il 14 maggio 2018 dovrebbe arrivare la sentenza dopo il processo di secondo grado che ha visto Antonio Logli imputato con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Per i giudici non ci sono dubbi: è stato Logli in quella fredda notte di gennaio del 2012 a uccidere sua moglie, Roberta Ragusa, e ad assicurarsi che il suo cadavere non fosse più ritrovato. L’uomo invece si è sempre detto innocente e i suoi avvocati hanno sempre sostenuto che Roberta la notte tra il 13 e il 14 gennaio di sei anni fa, si sia allontanata da sola, in modo volontario, lasciando a casa due bambini ancora minori.

La famiglia di Roberta non ha invece mai creduto a questa possibilità e ha sempre chiesto giustizia e verità per la povera mamma che per tutti loro, è certamente stata uccisa. A quanto pare però i figli di Roberta Ragusa che in questi anni sono cresciuti con Antonio e con quella che all’epoca della scomparsa di Roberta era la sua amante e la baby sitter dei suoi figli, la pensano in modo diverso. Sia Daniele, il figlio maggiore, che la più piccola di casa, hanno deciso di scrivere una memoria schierandosi dalla parte di Antonio. Secondo entrambi, il Logli non è un assassino e non ha ucciso Roberta. 

LA FIGLIA DI ROBERTA RAGUSA DIFENDE SUO PADRE, ANTONIO LOGLI: E’ INNOCENTE

Come ha già fatto Daniele, il figlio maggiore della coppia, anche la ragazza che è ancora minore, lo ricordiamo, si schiera dalla parte di suo padre, Antonio Logli. Leggiamo sul settimanale Giallo:

Esattamente come il fratello, anche la figlia minore scrive di stare dalla parte del padre, giudicandolo innocente e chiedendone l’assoluzione. Il documento
presentato da A.L., quindi, è sostanzialmente identico a quello di Daniele. Anche la ragazzina descrive il padre come una persona premurosa e affettuosa nei loro confronti, che in tutto questo tempo li ha protetti con il suo amore.

E ancora sempre dal settimanale Giallo:

la lettera firmata dalla ragazzina è stata consegnata ai giudici direttamente dagli avvocati di Logli. Possibile che la figlia, vivendo da tanti anni nel dolore, sempre a contatto con il padre e la sua
amante, sia stata in qualche modo plagiata dallo stesso Logli? Oppure ha deciso di prendere le difese del padre in totale autonomia? Dare una risposta è molto difficile.

Il 14 maggio la seconda sentenza dopo quella di primo grado che ha visto condannato il Logli a 30 anni, ridotti poi a 20 per il rito abbreviato. 



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