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La famiglia Vannini scrive alla Rai dopo Storie Maledette: vogliono replicare alle parole di Ciontoli

La famiglia Vannini scrive una lettera alla Rai dopo le due puntate di Storie Maledette con l'intervista ad Antonio Ciontoli

E’ un vero e proprio appello quello che il legale della famiglia Ciontoli fa ai vertici Rai dopo le due puntate di Storie Maledette dedicate all’intervista di Antonio Ciontoli. L’avvoca Gnazi, che ha pubblicato anche sui social la lettera inviata ai dirigenti Rai, non se la sente neppure di parlare di intervista, ritenendo che quella andata in onda su Rai 3, sia stata una mera esposizione dei fatti, dal punto di vista della difesa e che lo scopo di fare luce, sulla morte di Marco, non era probabilmente nelle intenzioni di chi ha condotto il programma. Del resto l’avvocato Gnazi, già dopo la prima puntata si era detto indignato per quanto visto in tv. E la stessa Marina, la mamma di Marco Vannini, sempre via social, aveva espresso il suo sgomento di fronte ad alcune espressioni usate da Franca Leosini nelle due puntate di Storie Maledette.

LA LETTERA INVIATA DAL LEGALE DELLA FAMIGLIA VANNINI AI VERTICI RAI

Ed ecco il testo della lettera che l’avvocato della famiglia Vannini ha deciso di rendere pubblica postandola sui social:

Al Presidente Rai Marcello Foa, a tutti i membri del CdA, all’Amministratore Delegato Fabrizio Salini, al Direttore e Vice Direttore di RAI 3 Stefano Coletta e Giovanni Anversa, nonché all’USIGRAI:

OGGETTO: Intervista televisiva della giornalista Franca LEOSINI ad Antonio CIONTOLI, trasmessa su RAI 3 (il 30/6 e 2/7) nell’ambito di due puntate speciali della trasmissione “Storie Maledette”.

La presente, con riferimento all’oggetto, per espresso incarico dei sigg.ri Marina CONTE e Valerio VANNINI, genitori del ventenne Marco VANNINI, ucciso il 17/18 maggio 2015 in Ladispoli mentre era ospite della famiglia CIONTOLI.

I miei assistiti esprimono grande sconcerto e la più ferma indignazione in ordine al contenuto alla intervista di che trattasi: non solo e non tanto relativamente a dichiarazioni ed atteggiamento (già abbondantemente noti) dell’intervistato ma soprattutto in relazione alla conduzione dell’intervista.
I miei clienti, invero, hanno preso atto che sia trattato non già di una intervista ma di mere dichiarazioni assistite, conducenti esclusivamente alla esposizione della linea difensiva della famiglia CIONTOLI senza alcun contraddittorio, senza il minimo accenno alle contrapposte argomentazioni accusatorie sostenute dalla famiglia VANNINI e addirittura con il suggerimento, da parte della conduttrice Franca LEOSINI di argomentazioni difensive cui, sinora, il pudore (se in questa vicenda di pudore si può parlare) aveva impedito di far cenno. Scegliendo fior da fiore (puntata del 30/6 intorno al minuto 40): “C’è da credere che Marco non abbia capito, non abbia realizzato di essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco (che gli aveva appena bucato polmoni, cuore e costola! N.D.S.) perché altrimenti si sarebbe attivato lui per primo…..avrebbe insistito per chiamare un’ambulanza…”. Non parla l’intervistato ma la LEOSINI (sic!) e persino CIONTOLI sembra imbarazzato da siffatta inconcepibile argomentazione quando risponde: “Presumo di sì”.
I miei assistiti, incredibilmente, non sono stati interpellati e neppure avvisati che sarebbero state trasmesse le due puntate speciali. Appresa la circostanza dal lancio pubblicitario hanno contattato Federica SCIARELLI, che sin dall’inizio ha trattato il caso su RAI 3 e del caso conosce in modo approfondito ogni aspetto: ebbene, è difficile crederlo, ma persino la SCIARELLI era all’oscuro di tutto. A quel punto, Marina e Valerio si sono fatte molte domande ed occorre dire che le risposte che sono arrivate dalla trasmissione hanno abbondantemente superato ogni più fosca previsione.
I miei assistiti chiedono di essere messi nelle condizioni di replicare a quanto emerso dalle citate trasmissioni (scusandosi di non riuscire a pronunciare la parola “intervista”) ma, in disparte ciò, chiedono alle SS.LL. di prendere visione del contenuto di siffatte trasmissioni e di comunicare ai miei assistiti se lo ritengano in linea con le linee guida di un Servizio Pubblico.
Peraltro, non si può non notare con grande amarezza come RAI 3 abbia rinunciato (assumendo d’ufficio la difesa della famiglia CIONTOLI alla vigilia della Sentenza della Corte di Cassazione) ad una ormai consolidata tradizione di protezione delle vittime, vanto – ormai compromesso – della Rete.
Perché?
Concludendo con la richiesta (espressamente sollecitata dai coniugi VANNINI) di un riscontro cortesemente celere, colgo l’occasione per inviare i migliori saluti.
Avv. Celestino GNAZI

Vedremo se dalla Rai arriverà una risposta o se magari i genitori di Marco, sceglieranno un altro luogo per dire la loro.

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