Il dolore delle figlie del Carabiniere Carlo Legrottaglie: “non è un addio, ti amiamo”
Il dolore immenso della famiglia di Carlo Legrottaglie il Carabiniere ucciso a Francavilla Fontana ieri mattina
Carlo Legrottaglie, brigadiere sessantenne dell’Arma dei Carabinieri, aveva un sogno semplice: due mesi di mare, una crociera pagata con il Tfr e un viaggio in moto nella Valle d’Itria, in sella alla sua amata Honda. Dopo una vita di servizio, era pronto a godersi un meritato riposo. Ma il destino ha interrotto bruscamente quel sogno: è caduto in un conflitto a fuoco a Francavilla Fontana, pochi giorni prima della pensione.
Carlo Legrottaglie: un padre, un marito, un uomo di valori
Conosciuto per il suo carattere riservato e la profonda dedizione alla famiglia, Carlo era sposato da 33 anni con Eugenia. Insieme avevano cresciuto due figlie gemelle, Carla e Paola, oggi quindicenni, studenti del liceo Punzi di Cisternino. Era un padre affettuoso, orgoglioso delle sue ragazze, il cui legame profondo traspare dagli scatti postati sui social: immagini di sorrisi, momenti di vita semplice, autentica.
“Ti amerò per sempre, papà. Questo non sarà mai un addio“, hanno scritto le figlie, affidando ai social il dolore di una perdita immensa. Il vuoto lasciato da Carlo è incalcolabile, e il suo ricordo si intreccia con l’affetto di una comunità intera.
La forza della comunità
La notizia ha scosso profondamente Ostuni e l’entroterra brindisino, dove la famiglia Legrottaglie è molto conosciuta. Il liceo frequentato da Carla e Paola ha espresso pubblicamente il proprio cordoglio:
“Tutta la comunità del liceo Punzi si stringe intorno a Paola e Carla, alla signora Eugenia Pastore, moglie del brigadiere e rappresentante di classe, e a tutta la loro famiglia per esprimere profondo cordoglio per la barbara uccisione del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, caduto nell’adempimento del suo dovere. Che la terra ti sia lieve, Carlo, eroe ed esempio per le tue figlie e per tutti noi.”
Parole che rispecchiano il sentimento collettivo. Anche il parroco don Giovanni Prete, che lo scorso anno aveva cresimato le gemelle, ha voluto ricordarlo:
“Una di loro sognava di diventare carabiniera, proprio come il padre.”
Un sogno che oggi sembra sospeso, ferito dal dolore.
Un giugno che doveva essere di festa per Carlo Legrottaglie
Il destino ha voluto che proprio questo giugno, che per la famiglia Legrottaglie doveva essere un mese di celebrazioni, si trasformasse in un tempo di silenzio e lutto. Il 25 giugno Carlo e Eugenia avrebbero festeggiato 33 anni di matrimonio. Il 5 luglio sarebbe stato il suo compleanno. E da martedì prossimo, sarebbe scattata la licenza che avrebbe segnato l’inizio della sua nuova vita.
Invece, sabato 14 giugno alle 10, nella chiesa di Santa Maria Madre, la comunità si riunirà per l’ultimo saluto. La camera ardente è stata allestita nella chiesa dei Cappuccini, mentre il sindaco ha proclamato il lutto cittadino.
Resta, nel cuore di chi lo ha amato, l’immagine di “Carletto”, come lo chiamavano amici e colleghi, seduto sulla sedia sdraio del balcone, al primo piano, a guardare il mare. Un uomo semplice, un padre esemplare, un servitore dello Stato. I suoi colleghi lo chiamavano Zio Carlo, come hanno raccontato in queste ore ai giornalisti. Erano tutti felici di sapere che potevano uscire in pattuglia con un veterano come lui, un uomo che ieri non ci ha pensato due volte a fare il suo dovere, perchè un carabiniere agisce di istinto, pur sapendo che potrebbe rischiare la vita. Carlo Legrottaglie lo sapeva ma è andato fino in fondo e purtroppo è stato ucciso per mano di un criminale.