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Scommessa di una famiglia canadese: vivere un anno come se fosse il 1986

Famiglia canadese decide di vivere un anno senza tecnologia. Tornano indietro al 1986, anno in cui i genitori si sono sposati


Vivere come se fosse il 1986. E’ la scommessa di una famiglia canadese, i McMillan. Lo scopo è quello di riscoprire i valori di un tempo, e quello che si provava nel vivere senza tecnologia. A tale fine, la famiglia McMillan hanno scelto di bandire dalla propria casa qualsiasi oggetto tecnologico prodotto negli ultimi 26 anni. Questo fino al prossimo aprile. Un anno vissuto secondo le modalità di 26 anni fa.

Non si tratta di un anno scelto a caso poiché la coppia, Blair e Morgan McMillan, stanno insieme da ventisei anni. La sfida consiste nel permettere ai loro due figli, Trey e Denton, rispettivamente di 5 e 2 anni, di provare, almeno per un anno, la sensazione di vivere senza tecnologia.  Tanto per iniziare, il capofamiglia Blair ha adottato anche il look di quell’epoca per rendere tutto più semplice: il ventiseienne porta i capelli lunghi e si è fatto crescere i baffi. Nel loro appartamento mancano smartphone e tablet, e persino la connessione a internet. La televisione, inoltre, è analogica e la musica si ascolta con un mangianastri.  Non vi sono macchine fotografiche né navigatori satellitari. Si viaggia con l’ausilio delle carte topografiche.

Il capofamiglia racconta al Toronto Sun che è stato proprio lui a prendere questa decisione: «Tutto è cominciato un giorno quando ho chiesto a uno dei miei figli di venire a giocare in giardino. Il bambino mi ha risposto che preferiva restare in casa con il suo iPad. Ciò mi ha colpito molto perché, quando avevo la sua età, passavo intere giornate all’aria aperta. Così ho capito quanto fosse diversa l’infanzia dei miei bambini. Allora ho deciso che almeno per un anno i nostri ragazzi avrebbero vissuto come abbiamo fatto noi all’epoca».

La moglie, inizialmente, pensava che fosse impazzito. Poi, una volta spiegatele le motivazioni ha deciso di assecondarlo. Da allora ha avuto inizio questa sfida. Uno dei figli racconta che all’inizio è stato difficile, ma ora riesce a capire bene cosa vuol dire vivere senza esser oppresso dal cellulare che squilla in continuazione: «Adesso ci sentiamo davvero vicini e parliamo molto di più tra di noi».



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