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Era ebrea la bambina simbolo della razza ariana

Nel 1935 era stata scelta come testimonial della razza ariana: oggi, a distanza di quasi 80 anni, confessa di essere ebrea e si prende la sua personale rivincita sulla storia


Nel 1935 era stato indetto in Germania un concorso per cercare la testimonial perfetta della razza ariana: il volto simbolo scelto dagli organizzatori fu quello di una bambina di 6 mesi di nome Hessy. Ma oggi, a distanza di 79 anni, si scopre che la bimba era ebrea. Due anni dopo il concorso infatti lei e la sua famiglia fuggirono verso gli Stati Uniti, dove si trasferirono stabilmente nel 1949. Eppure il suo volto ha campeggiato sulla copertina della rivista nazista Sonne ins Hause (“Sole in casa”): la foto scattatale dal noto fotografo di Berlino, Hans Ballin, è stata identificata come un’immagine rappresentazione perfetta della razza ariana.

SCHERZI DI CATTIVO GUSTO CONTRO GLI EBREI

Secondo la testimonianza tramandata dalla mamma alla bimba, Ballin si era reso perfettamente conto che la famiglia fosse di origine ebrea: lei stessa però le chiese di non rivelare il loro segreto per timore di rappresaglie naziste. L’intento del fotografo quindi era proprio quello di ridicolizzare i nazisti e le loro convinzioni di supremazia. Missione compiuta a quanto pare, soprattutto se si pensa che, a scegliere la foto vincitrice, fu addirittura il ministro della propaganda nazista, Joseph Goebbels in persona. La notizia ricorda lo sketch di Roberto Benigni nel film La vita è bella e in particolare la scena in cui, a scuola, descrive la razza ariana.

CHE FINE HA FATTO L’ATTORE BAMBINO DELLA VITA E’ BELLA

Ovviamente solo a tanta distanza è possibile riderci sopra: ai tempi per questo affronto la famiglia avrebbe rischiato la vita. Subito dopo la pubblicazione della foto i genitori infatti la segregarono in casa per paura che qualcuno potesse riconoscerla e fare la spia ai nazisti sulla sua vera identità. E’ facile intuire perché la Taft considera questa foto, presentata allo Yad Vashem (il Museo dell’Olocausto di Gerusalemme), come una piccola rivincita personale sulla tragica storia del suo popolo. Come non darle ragione?



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