Baby sitter sharing: come funziona?
Baby sitter sharing: che cosa è e come funziona?
Dopo il Car sharing, il bike sharing è arrivata l’ora del baby sitter sharing. Il principio è più o meno lo stesso. Sono moltissime le famiglie che hanno bisogno di una tata per che si prenda cura esclusivamente del proprio bambino. Ma in tempo di crisi riuscire a permettersi una baby sitter non è così semplice. E’ per questo motivo che è nato il baby sitter sharing. In pratica le baby sitter si “condividono”, nel senso che una stessa tata di occupa di più bambini appartenenti a famiglie diverse. In questo modo le spese per i genitori si riducono. Secondo un recente sondaggio condotto dal sito Sitter-Italia, una famiglia italiana su tre è convinta che il baby sitter sharing possa essere una buona alternativa nei momenti di crisi economica. Ma parliamo un po’ dei dati relativi al baby sitter sharing in alcuni paesi Europei. Stilando una sorta di classifica di gradimento del baby sitter sharing, sul gradino più alto del podio troviamo la Norvegia, con il 41% dei genitori che trova naturale condividere la tata con le altre famiglie, seguono la Finlandia e la Danimarca dove la percentuale di favorevoli a questo tipo di condivisione scende un pochino arrivando al 37.50%. Al terzo posto l’Italia con il 34% dei genitori che non sarebbero contrari a usufruire di questa possibilità. Infine Spagna e Olanda con rispettivamente il 30 ed il 29% di favorevoli al baby sitter sharing. In Europa comunque il baby sitter sharing è molto diffuso. Bisogna considerare che con il baby sitter sharing le famiglie andrebbero a risparmiare e a contenere le spese in modo abbastanza significativo. E’ anche vero che la tata in questione sarebbe in posizione di chiedere un compenso maggiore a fronte del numero di bambini. Ma il risparmio ci sarebbe in ogni caso. Inoltre i bambini crescerebbero insieme ad altri piccoli. Il baby sitter sharing si colloca perfettamente nella nuova sharing economy: condividere creando un valore aggiunto per tutti.
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