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La vera storia di Pierdante Piccioni il dottore a cui si ispira la serie DOC su Rai 1 oggi in prima linea a Codogno

La vera storia di Pierdante Piccioni il dottore a cui si ispira la serie DOC su Rai 1 oggi in prima linea a Codogno per combattere il COVID19

Andrà in onda questa sera la prima puntata della nuova serie tv di Rai 1 DOC-Nelle tue mani, con Luca Argentero protagonista. In questo momento difficile in tutto il mondo, i medici sono in prima linea a combattere contro il coronavirus nel tentativo di salvare il maggior numero di vite possibili. Ed è anche per questo motivo che la Rai ha deciso di non cancellare la messa in onda della serie, che debutta proprio il 26 marzo 2020 in prima serata. Una sorta di omaggio a chi in questi giorni combatte rischiando la vita.

La storia raccontata nella serie DOC si ispira a una vicenda realmente accaduta. E’ la storia di Pierdante Piccioni un medico che ha deciso di scrivere nero su bianco la sua storia. La vicenda è raccontata nei libri “Meno dodici” e “Pronto Soccorso” editi da Mondadori.

Per una assurda coincidenza del destino, oggi il dottor Piccioni è in prima linea in ospedale a Codogno a prendersi cura dei pazienti ricoverato in ospedale durante l’emergenza COVID19.

Sulla pagina Fb della serie di Rai 1 potrete vedere delle recenti interviste, brevi ma molto significative, durante le quali il dottore spiega come dopo il drammatico incidente nel quale è stato coinvolto, la sua vita è cambiata.

Ero una persona molto dura, spietata con sé stessa e quindi spietata anche con gli altri” racconta oggi il dottore che solo grazie ai ricordi dei colleghi ha potuto guardare al passato, cercando di capire chi era prima dell’incidente che gli ha cambiato la vita. “Il principe bastardo” lo avevano rinominato.

Fare il medico, per me, significa ascoltare le persone, parlare con loro e prendermi cura di loro. E il valore aggiunto sarà l’essere stato davvero dall’altra parte della barricata, l’aver vissuto da paziente e da disabile.

Pierdante Piccioni da “Meno dodici”

In questi anni il medico ha raccontato anche in diversi programmi la sua incredibile storia.

LA VERA STORIA DI PIERDANTE PICCIONI PROTAGONISTA DELLA SERIE DOC

Ricoverato in ospedale, Pierdante ha dovuto fare i conti con un avvenimento terribile: tutto quello che era accaduto nei 12 anni precedenti era stato letteralmente cancellato dalla sua mente proprio come vedremo nella fiction in onda da questa sera su Rai 1 . Era convinto di essere ancora al 25 ottobre 2001 e di aver appena accompagnato a scuola suo figlio di 8 anni – che in realtà era ormai all’università. All’inizio i medici non gli credevano, fin quando non hanno trovato delle lesioni cerebrali che potessero spiegare quella perdita di memoria. Il dottor Piccioni ha dovuto ricominciare da zero, senza mai arrendersi. Gli avevano proposto di fare il bidello, perchè non era in grado, secondo gli esperti, di tornare a salvare le vite. Ma lui non se l’è sentita perchè fare il medico era la sua missione. È tornato a studiare, per recuperare tutte le conoscenze che aveva appreso nei 12 anni che il suo cervello aveva dimenticato.

Il suo punto di vista però è cambiato visto quello che è successo sulla sua pelle e ha capito che bisognava mettere davanti a tutto il paziente. Per questo ha puntato sull’empatia prendendo un master in Pazientologia che gli permettesse di fare il suo dovere.

Per chi volesse approfondire una interessante intervista per Tv2000

Nella fiction, a vestire i panni di Pierdante Piccioni, che nel racconto è Andrea, è Luca Argentero.

PIERDANTE DIVENTA ANDREA FANTI NELLA SERIE DOC: LE ANTICIPAZIONI

Andrea Fanti (Luca Argentero), uno dei migliori primari di Medicina Interna, freddo, distante e per nulla empatico con i pazienti, a seguito di un colpo di pistola alla testa che gli porta via dodici anni di memoria, è costretto a tornare in ospedale paziente prima, aiutante degli specializzandi poi. Studente tra quelli che erano i suoi studenti. Ha perso ogni ricordo degli ultimi dodici anni, compreso quello più drammatico, la morte del figlio, che ha sgretolato la sua famiglia e lo ha reso duro e impassibile. L’amnesia non gli toglie il dolore dell’assenza del bambino, ma permette ad Andrea di decidere l’uomo e il medico che vuole essere. Contrariamente al passato, Fanti sceglierà la strada dell’empatia e dell’ascolto

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