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Su Martina Maceratesi pioggia di insulti: dal bodyshiming alle alle offese sessiste

Quanto è facile prende un cellulare in mano e iniziare a insultare una persona che neppure conosciamo? Ce lo siamo chiesti dopo la pioggia di critiche e di offese arrivata su Martina Maceratesi

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Che cosa avrà mai fatto di male Martina Maceratesi, una delle poche creator digitali, a mostrarsi sui social, senza filtri, senza maschere, ma solo per quello che è, una ragazza semplice che ha una bella vita ed è soddisfatta del suo percorso? A giudicare da quello che le scrivono sui social, ha fatto di tutto. Ha “acchiappato un pollo da spennare” ad esempio, il buon Piero Armenti che la manterrebbe, a detta di chi commenta sulla seguitissima pagina Il mio viaggio a New York ( sia su instagram che su facebook). Nel farsi mantenere dunque, non lavora, ma sfrutta il suo fidanzato, con il quale starebbe, non perchè se ne è innamorata, ma perchè è ricco e le ha permesso di fare la bella vita a New York.

Queste erano le principali accuse che venivano mosse a Martina fino a qualche mese fa, quando in tanti, le hanno dato anche della clandestina, visto che da tre anni non tornava in Italia mentre lei invece, studiava in una università americana, il che già bastava per capire, che di clandestino, non aveva nulla ma tant’è…Oggi però le accuse contro Martina, che non sa cucinare, non sa pulire, ed è anche una cattivona perchè lascia sempre i suoi gatti da soli in casa, sono diverse e si sono fatte anche più cattive.

Perchè tanto odio contro Martina Maceratesi?

Per chi non lo sapesse, Martina qualche anno fa, lasciò le Marche per iniziare uno stage a New York, città di cui si è innamorata e dove nel tempo, ha fatto altri lavori, prima ma soprattutto dopo il covid, quando ha avuto modo di ritornare nella Grande Mela, una volta finite le restrizioni. Nel mentre, Martina Maceratesi, ha conosciuto Piero Armenti, imprenditore salernitano che a New York ha fatto fortuna con la sua agenzia di viaggi. I due hanno vissuto anche una relazione a distanza, proprio negli anni della pandemia e poi sono tornati finalmente insieme nella casa di New York, l’appartamento dal quale spesso condividono contenuti mostrando la loro quotidianità.

Tutte cose che a oggi, non vanno più bene a chi segue la pagina sui social ( su Fb oltre 3 milioni di follower). I due infatti, sono spesso accusati di postare contenuti banali, di mostrare solo cibo, di non raccontare la città in cui vivono. E mentre sui social spopolano i commenti negativi, i viaggi organizzati dall’agenzia di Piero Armenti, vanno alla grande, come testimoniano anche le tante immagini postate dei gruppi di turisti italiani che scelgono Il mio viaggio a New York per visitare la città.

Ma torniamo agli insulti che in questi giorni sta ricevendo Martina. La bella marchigiana, più volte ha fatto leggere le accuse di chi la ritiene una nullafacente, una arrivista che sta sfruttando il polletto. L’accusano persino di non essere neppure davvero fidanzata con Piero Armenti ma di fingere, solo per i contenuti da postare sui social. La Maceratesi, qualche settimana fa, ha ricevuto la sua Green Card e la possibilità dunque di poter finalmente lasciare gli Usa, con la sicurezza di poter rientrare senza problemi nel paese. E finalmente, dopo tre anni, è tornata nella sua terra, dalla sua famiglia.

Questo significa che ha rivisto i suoi cari, i suoi amici e ovviamente, ha ritrovato i sapori autentici del nostro paese. Ebbene si, ha mangiato tanto! Lei stessa ha raccontato di aver preso qualche chilo tra cornetti al pistacchio, fritture di pesce, mozzarelle e arrosticini. Ma che male c’è? Ora non conosciamo Martina ma potrà pesare 50 kg, 55 kg , 60 kg…Dire dunque che una ragazza che ha un peso di questo genere è grassa e che si dovrebbe vergognare di mostrarsi in bikini, ci rende delle persone migliori? No ci rende solo delle pessime persone, frustrate forse da una vita che non ci piace, e portati a commentare in modo insulso, la vita degli altri.

Se anche Martina Maceratesi avesse preso dieci chili in questi due mesi in Italia, e volesse comunque mostrarsi felice con abiti corti, bikini e persino senza nulla addosso, quale sarebbe il nostro problema? E’ davvero possibile che spendiamo del tempo, per scrivere commenti sui social, contro una ragazza di 30 anni, accusandola di aver fatto qualsiasi cosa di così grave, senza invece occuparci di quello che magari accade a pochi centimetri da noi? E non vogliamo scomodare i massimi sistemi citando tutto quello che di malvagio succede nel mondo.

Se Martina fosse nostra figlia, ci farebbe piacere leggere i commenti che quasi sempre, le donne, scrivono sotto alle sue foto? Se fosse nostra nipote o una nostra amica? Parliamo sempre di rispetto, di violenza contro le donne, ma se non sappiamo neppure avere rispetto di chi lavora sui social e spesso magari, mostra anche un sorriso forzato, perchè deve farlo, dopo aver letto cose terribili, come pretendiamo che ci sia rispetto per le ragazzine, per le donne, per chi poi diventa vittima di violenza?

Ora badate bene, commentare è sempre lecito, esprimere la propria opinione anche e chi fa questo lavoro sa anche a quello a cui va incontro. Ma nulla può giustificare cattiveria gratuita e violenza verbale. Niente. Perchè c’è una cosa molto semplice da fare, se non si gradisce un contenuto sui social: smettere di seguire chi ce lo propone. Se Martina Maceratesi e Piero Armenti sono per i nostri canoni due arricchiti, ignoranti, senza rispetto, banali e privi di educazione, smettiamo di seguirli. Non ci prendiamo il lusso di insultare, chi tra l’altro, neppure conosciamo.

Viviamo in un mondo in cui, come si suol dire, si predica molto bene e si razzola altrettanto male. Ci indigniamo di quello che accade alle nostre ragazze, alle nostre donne ma poi, impugniamo un qualsiasi dispositivo e sputiamo veleno contro una persona che neppure conosciamo. Perchè? Senza motivo alcuno, senza ragionare, senza porci delle domande. Vediamo Martina Maceratesi sorridere e pensiamo che se ne freghi, che tanto lei è in Sardegna a godersi il mare più bello del mondo e fa la vita che sognava da bambina. Forse però, non pensiamo a quante volte avrà letto, magari anche insieme alla sua famiglia, tutto quello che di cattivo le scrivono. Fermiamoci, ragioniamo, e impariamo a usare i social come dovremmo fare.

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