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Francesco Arca: “mi illudevo ma poi il dolore torna e devi farci i conti”

Francesco Arca per la prima volta tira fuori tutto il dolore per la morte del padre

Francesco Arca padre

In primavera uscirà il libro di Francesco Arca, Basta che torni. Un libro che ha fatto tanta fatica a scrivere, gli è costato tante lacrime, per questo l’ha scritto di notte, per non farsi vedere dai suoi figli mentre piangeva. A Vanity Fair parla del dolore, di quanto ti è servito scrivere, ricordare.

Ha iniziato a pensare di dovere scrivere perché stava iniziando a perdere la memoria di suo padre. La sua morte gli fa ancora male, gli farà sempre male ma ha imparato a tirare fuori ciò che sente, Francrsco Arca ha capito che la rabbia che teneva dentro gli faceva sempre e solo più male. L’ha capito soprattutto quando un giorno è arrivato in ospedale in codice rosso per una ferita alla mano, dopo un momento di rabbia. 

Francesco Arca, il dolore nel suo libro

Mi illudevo che, con una muraglia cinese attorno al cuore, avrei sofferto meno. Mi dicevo: non posso essere debole, sono un uomo, l’unico uomo di casa, non posso farmi vedere piangere da mia madre e da mia sorella. Cercavo di allontanare il dolore. Ma poi il dolore torna, e devi farci i conti. Io li sto ancora facendo

Lo racconta a Vanity Fair ma lo fa solo adesso che è riuscito a scrivere in quelle pagine del suo libro ciò che sente e che ha tenuto nascosto. 

Stavo cominciando a perdere la memoria di mio padre. Un giorno mi sono reso conto che non ricordavo più la sua voce, il suo profumo di pelle e dopobarba che mi ha sempre fatto impazzire. Io volevo imprimere una traccia di lui su di me e così ho iniziato a buttare giù i pensieri. Basta che torni parla di lui, che se n’è andato troppo presto, e in circostanze fumose

Il padre di Francesco Arca morto durante una battuta di caccia

E’ morto durante una battuta di caccia ma ci sono tanti dubbi e a Francesco Arca ha fatto bene raccontare tutto, anche se confessa che è stato molto faticoso.

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Appena ha iniziato a scrivere le prime pagine ogni riga piangeva per un’ora. I primi tre mesi sono stati i più difficili, anche i ricordi belli facevano male. Alla fine è stato terapeutico e adesso non gli interessa tanto cosa dirà la gente che leggerà il suo libro ma il percorso che lui ha fatto per tirare fuori tutto il dolore.

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