Fiction e Serie TV

L’allieva Alessandra Mastronardi supera l’esame, la storia invece sa di già visto

L'allieva Alessandra Mastronardi supera l'esame, la storia della fiction invece sa di già visto. Ecco la nostra recensione


Nel promo per la seconda puntata de L’allieva, ascoltiamo la migliore amica della protagonista, dire qualcosa che dà un senso alla recensione che vogliamo fare. “Alice ma non è che vuoi fare la signora in giallo” una cosa simile…Ed è questo un pò il problema della fiction L’allieva in onda con la prima puntata il 27 settembre 2016 su Rai1. Il problema è che se conosci a memoria tutti gli episodi de La signora in giallo, se hai visto tutto gli episodi di Miss Murple e se ami Poirot o serie come La libreria del mistero, non puoi pensare che la storia raccontata nei romanzi e quindi poi anche nella fiction in onda su Rai1, ti possa dare un senso di novità. Allontaniamoci poi totalmente dal pensiero che le storie ricordino i libri di Patricia Cornwerll perchè Kay Scarpetta avrebbe una crisi di panico pensando che il dottor Conforti o la sua allieva, abbiamo qualcosa a che fare con lei. Nella fiction, la medicina legale è solo un pretesto per raccontare qualcosa di diverso, ed è questo forse uno dei punti deboli della narrazione. Probabilmente se si fosse data maggiore attenzione allo studio dei corpi, alle ricerche in laboratorio, forse si che avremmo avuto qualcosa di diverso. Anche perchè già dopo la prima puntata Alice sa di Don Matteo mescolato a Pietro di Un passo dal cielo. E poi come si direbbe ironicamente: dove c’è lei ci casca il morto. Un peccato perchè la fiction l’Allieva può contare su un Lino Guanciale davvero unico e, inaspettatamente, anche su una Alessandra Mastronardi che sembra aver trovato una sintonia unica con il personaggio che interpreta. Davvero ottima la sua prova nella fiction, non solo con le domande sull’impalamento quindi. alessandra mastronardiA proposito di questo non convince anche tutto quello che riguarda il mondo dello studio: una domanda a un esame che ti fa prendere un 30 quando si sa che non avevi studiato, una sorta di messaggio distorto di quello che dovrebbe essere il mondo dell’università. Poi invitiamo gli autori e i produttori della fiction ad andare a vedere come sono realmente le case da studenti fuori sede a Roma, perchè quella in cui vive Alice,se dovessimo dare una valutazione, non è propriamente da fuorisede che non riesce ad arrivare alla fine del mese. Un pò più di realtà, quando si decide di fare una fiction di questo genere, non guasterebbe davvero. E’ questo forse che spesso salva i libri dalle fiction perchè con la nostra fantasia creiamo un mondo che è davvero simile a quello che l’autore del romanzo ci vuole raccontare e non tutto rose e fiori. Una studentessa fuori sede che prende un taxi a Roma solo per fare un favore a un professore…Non le sarebbe bastato uno stipendio!



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