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La sorella di Kim Rossi Stuart a Storie Italiane chiede aiuto per il figlio in carcere (Foto)

Loretta Rossi Stuart a Storie Italiane chiede aiuto per suo figlio chiuso in carcere: Giacomo ha bisogno di aiuto (foto)

il nipote di rossi stuart


Un dramma nel dramma per la sorella di kim Rossi Stuart che a Storie Italiane ha chiesto aiuto per suo figlio (Foto). Loretta Rossi Stuart ha il dolore stampato sul volto, la preoccupazione per suo figlio Giacomo che ha 25 anni e dovrebbe trovarsi in una struttura diversa dal carcere in cui si trova adesso e da tempo, una struttura diversa da Rebibbia, necessaria per il suo recupero. Con gran dignità e il timore da madre Loretta racconta la criticità in cui si trova il ragazzo e tanti altri come lui, questo perché in seguito alla chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari risultano troppo pochi i posti nelle Rems, appunto le strutture che dovevano sostituire i luoghi chiusi per legge. Giacomo è bipolare, il nipote di Kim Rossi Stuart non dovrebbe stare in carcere, questa la denuncia della sorella dell’attore. C’è però provvedimento a carico del ragazzo e questo complica la gestione del caso ma c’è una diagnosi che allo stesso tempo cambia tutto.

LA SORELLA DI KIM ROSSI STUART CHIEDE AIUTO A STORIE ITALIANE PER SUO FIGLIO GIACOMO

Loretta ha scoperto che suo figlio faceva uso di stupefacenti, poi un piccolo furto che lo ha portato in cella. Avrebbe un anno di Rems da scontare, invece è in una cella dove di certo non può essere aiutato.

L’APPELLO DI LORETTA ROSSI STUART PER IL FIGLIO A STORIE ITALIANE

Il suo appello a Storie Italiane: “Quello di evitare che debba tornare qui dicendo si poteva evitare e si può evitare se si mettono in campo le forze. C’è un’associazione che  ha previsto un   protocollo operativo per mettere in comunicazione magistratura e salute mentale. Si devono aprire tavoli di lavoro per gestire liste di attesa per evitare questo. Con 10 strutture in più in un Paese come il nostro si risolverebbe questo problema. Qui c’è una riforma che andava fatta ed è rimasta zoppa. Giacomo è uno dei casi e purtroppo ce ne saranno tanti perché queste droghe sono dietro l’angolo e la fragilità complica tutto. Lui è un buono, sembra un gigante, un pugile,  avrebbe potuto fare davvero danni ma è stato solo autodistruttivo”.



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