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Luciana Littizzetto a Che tempo che fa, tra sei mesi tornerà come prima (Foto)

Luciana Littizzetto non manca l'appuntamento a Che tempo che fa, ci aggiorna sul suo stato di salute e con le sue battute pungenti (foto)


Scarpe rosse con tacchi a spillo, calzino a rete e braccio ma soprattutto la gamba destra bloccati; Luciana Littizzetto è sulla sedia a rotelle per il collegamento con Che tempo che fa (foto). Fabio Fazio non può rinunciare alla sua Luciana e lei è sempre la stessa nonostante l’attendono mesi di riabilitazione dopo la caduta. “Lunedì tolgo il gesso e tra sei mesi se tutto andrà bene tornerò come prima”. Inizia subito con le sue battute su Sanremo ma commenta la pubblicità di Mina e “Scivola, scivola, scivola” che a lei ovviamente mette un po’ di ansia. Luciana Littizzetto racconta delle persone che vanno a casa a trovarla e che invece di sollevarle un po’ il morale le dicono che per tornare in gran forma ci vorrà tanto tempo, che sarà lungo il recupero. Scherza la Littizzetto, vorrebbe un po’ di conforto perché sa già da sola che la sua è stata una brutta caduta con tutte le conseguenze. Con lei a casa sua c’è il suo osteopata e fisioterapista. “Lei sta cercando di mettere insieme i pezzi?” è la domanda di Fabio Fazio. E’ la gamba ad averne più bisogno ma ci stanno riuscendo.

LUCIANA LITTIZZETTO DA CASA SUA IL COLLEGAMENTO CON FABIO FAZIO

“Piano piano stiamo ottenendo dei risultati” commenta il fisioterapista che fa una previsione sul quando tornerà in tv. Tornerà presto ma intanto suonano al citofono, chi sarà? Un modo per legarsi ad altre battute, ovviamente anche su Salvini: lei non spaccia e non si è nemmeno rifatta al seno, non cambia religione né compra niente. Non c’è niente da spiegare, la sua ironia semplice arriva sempre a tutti.

Diventa poi seria quando manda un bacio alla famiglia di Nicolò Bizzarri, un ragazzo di Firenze che con la sua carrozzina è finito dentro una buca mentre andava all’università, purtroppo è morto, “di dolore e di spavento”. “Anche in questa sfiga io mi rialzerò e molti stanno in carrozzina tutta la vita e devono essere considerati una priorità evitando in tutti i modi che le strade diventino trappole pericolose. Quando il destino, come è capitato a me, ti mette nei panni degli altri senti molto meglio il dolore”.



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