LifeStyle

Ipertensione: esporsi al sole aiuta a ridurla

Secondo alcuni studi pare che l'esposizione al sole sia di grande aiuto per l'ipertensione: i raggi UVA modificano i livelli dell'ossido nitrico, dilatano i vasi sanguini, riducendo la pressione delle arterie


C’è chi sostiene che fa bene, chi al contrario pensa che il troppo sole faccia male. Da anni vi sono due correnti di pensiero opposte, e a sostegno o meno dell’esposizione al sole. Quello che appare certo, secondo una ricerca condotta da un team di studiosi britannici, sembra essere il fatto che esporsi alla luce sia di grande aiuto per l’ipertensione. I ricercatori britannici, infatti, sostengono che piccole quantità di ossido nitrico (NO) possano servire a fare la differenza. In particolare, in merito allo studio si è espresso il professore di medicina sperimentale presso l’Università di Southampton, Martin Feelisch, il quale sostiene che queste piccole quantità di ossido nitrico, se trasferite alle pelle, possono ridurre il tono dei vasi sanguigni. Risultato? Sicuramente dei benefici per quel che riguarda la pressione arteriosa, e la conseguente riduzione del rischio di infarto e ictus. Prima di giungere a questa conclusione, è stata condotta una ricerca alla quale si sono prestati un gruppo di 24 volontari. Questi sarebbero stati esposti ai raggi ultravioletti UVA attraverso delle lampade abbronzanti. Il tempo di esposizione era di 20 minuti, e si tenevano due sedute con una sola differenza: durante la prima le lampade emettevano anche calore, mentre nella seconda seduta soltanto i raggi UVA.
Dagli esiti della ricerca emerge come l’esposizione agli UVA sia capace di modificare i livelli di metaboliti dell’ossido nitrico, ma il tutto senza mutare negativamente le quantità di vitamina D di cui gode una persona.
Martin Feelisch ha aggiunto anche che occore evitare un’eccessiva esposizione al sole al fine di allontanare il rischio di cancro alla pelle. Al contrario, però, sempre secondo il professore, evitarlo del tutto potrebbe, di contro, causare lo sviluppo di malattie cardiovascolari. “Crediamo che l’NO dia un importante contributo finora trascurato per la salute cardiovascolare“, sostiene Feelish.



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