Tonno in scatola: i peggiori secondo Greenpeace
Il tonno in scatola si ottiene con pesca irregolare? Greenpeace controlla i produttori francesi
Il tonno in scatola finisce nel mirino di Greenpeace Francia: l’associazione non governativa a difesa dell’ambiente ha stilato la classifica delle marche peggiori in termini di standard richiesti per la pesca. I numeri non sono incoraggianti. Solamente il 4% delle marche analizzate rispettano pienamente i parametri imposti mentre la stragrande maggioranza di produttori ricorre spesso alla pesca con le reti invece che con la canna. Questa tecnica danneggia soprattutto gli esemplari più giovani con il rischio di ostacolare il ripopolamento naturale della specie.
PEZZO DI FERRO NELLA SCATOLETTA DI TONNO
A finire sotto accusa sono in maggioranza marche francesi: Petit Naivre e Saupiquet le più criticate. Fanno leggermente meglio i grandi brand come Carrefour e Auchan. Dovrebbero fare di più anche RioMare (appena il 6% dei prodotti rispetta la pesca da canna) e Mareblu. Ma tra quel 4% chi è il produttore più attento alle regole ambientali? Greenpeace in Francia promuove As do Mar. Greenpeace andrà avanti con il controllo di questo business per verificare che le aziende si impegnino con i fatti e non solo con le parole affinché il tonno che arriva sulle nostre tavole sia conforme alle regole di pesca internazionale. Classifiche simili sono già state stilate anche per Usa, Australia e Italia. Anche da noi i numeri non sono molto più incoraggianti. Ma spesso i produttori smascherati si sono impegnati solo nei Paesi esaminati mantenendo negli altri un doppio standard. E’ il caso di Mareblu che aveva preso impegni precisi in Italia e nel Regno Unito ma che in Francia non aveva ancora attivato le stesse regole. Speriamo che piccoli e grandi produttori si adeguino presto per il bene dei consumatori e dell’ambiente
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